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L’Italia non cresce, «la burocrazia costa alle imprese 6 euro l’ora»

Il presidente della Cna nazionale Daniele Vaccarino: «Il 76 per cento ha problemi con gli uffici, diamo allo Stato cinque miliardi di euro all’anno»

PALERMO. «Alleggerire la burocrazia per superare la crisi». Secondo la Confederazione nazionale degli artigiani, è la strategia da seguire per aiutare le numerose imprese in difficoltà. E perché l’alleggerimento degli adempimenti burocratici si possa realizzare la Cna ha presentato al ministro per la Semplificazione, Marianna Madia, un decalogo di proposte. «In un momento di crisi la burocrazia è ostacolo allo sviluppo delle imprese – spiega il presidente della Cna, Daniele Vaccarino -. Ridurne l’oppressione darebbe una spinta all’economia».
Quanto incide la burocrazia in particolare in un momento di crisi?
«Tantissimo. A 2.400 imprese abbiamo chiesto quali problemi la burocrazia crea loro. Il 76 per cento ha risposto che la burocrazia è un freno allo sviluppo dell’attività, il 72 per cento ha dichiarato che il principale difetto è la complessità degli adempimenti. In particolare, è emerso che le procedure che un’impresa è obbligata a compiere costano alle imprese 6 euro all’ora, 48 euro al giorno e 5 miliardi all’anno».
E cosa proponete al governo per ridurre questi costi?
«Da associazione che vuole essere propositiva abbiamo redatto dieci proposte che abbiamo sottoposto al ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Marianna Madia, per affrontare ed eliminare i lacci che bloccano lo sviluppo delle imprese. Anzitutto, crediamo che sia opportuno riformare il titolo quinto della Costituzione. Dal 2002 a oggi ci sono state 1700 pronunce della Consulta per i conflitti di attribuzione fra Stato e Regioni per stabilire solo chi deve fare che cosa».

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