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Scontro tra Italia lavoro e la Regione. Cgil: posto a rischio per 60 precari

La società: la Corsello vada via. Lo Bello: non accettiamo dictat

PALERMO. Lo scontro tra la società ministeriale Italia Lavoro e la Regione tiene sotto scacco l’interna amministrazione. E ora a farne le spese potrebbero essere pure 60 precari che da circa cinque, sei anni, lavorano in Sicilia in progetti informatici presso l’amministrazione regionale, proprio per conto di Italia Lavoro. Il presidente, Paolo Reboani, ha minacciato di interrompere i rapporti con Palazzo d’Orleans e tra i contrattisti è esploso il panico. Subito sono entrati in azione i sindacati. «Stigmatizziamo la decisione assunta da Italia Lavoro a danno dei lavoratori - dice Monica Genovese della Cgil - così la società rischia di usarli come pedine per le loro liti e altre questioni con l’amministrazione regionale. Non vogliamo entrare nel merito del conflitto, ma ci opporremo con ogni mezzo a ogni tipo di ricatto».
Il caso dei sessanta precari rappresenta solo la punta dell’iceberg di una questione che da giorni paralizza oltre cento milioni di euro destinati al piano giovani, il progetto dell’assessorato alla Formazione per favorire l’occupazione degli under 35. Tutto nasce dal flop del primo bando per i tirocini retribuiti in azienda, dal quale è nato uno scontro tra l’allora dirigente alla Formazione, Anna Rosa Corsello, l’assessore Nelli Scilabra e la società Italia Lavoro. Ma se tra la Corsello e la Scilabra è arrivata la pace, con Italia Lavoro ne è nato un contenzioso non ancora sanato. Da Italia Lavoro spiegano che l’oggetto del contendere è la Corsello e la gestione del Piano giovani, ma molti dei precari lavorano proprio a supporto degli uffici del lavoro e per questo sono in allarme.

«La lettera della società non l’ho ancora ufficialmente ricevuta - dice l’assessore alla Formazione, Maria Lo Bello - mi sembra inopportuno che sia uscita prima di arrivare a me. Voglio sicuramente chiarire la questione ma mi pare poco ragionevole che da un’azienda arrivino alla Regione indirizzi che possano condizionare le scelte dei propri dirigenti».

Dal dipartimento della Formazione guidato da Gianni Silvia sono al lavoro per ricucire il rapporto ma la strategia è quella del rigore: provare a chiarire, sì, ma nel rispetto degli accordi e senza ulteriori concessioni. Al momento il contratto con Italia Lavoro resta revocato: se è vero che la questione blocca gran parte del Piano giovani, è pur vero che il bando dei tirocini, dicono dalla Formazione, può tranquillamente essere sbloccato sin da subito. In questo caso la partita si gioca sull’aspetto informatico: serve una piattaforma informatica, cioè un sito con annessi e connessi, per la nuova selezione. Può farlo Sicilia e-Servizi ma i tempi si allungherebbero. Allora il dipartimento presenterà a breve una proposta alla Ett, che ha già bello e pronto il portale, per provare a ripartire subito. Ma in cambio di cosa non è ancora chiaro: il vecchio appalto era stato affidato in via diretta e secondo un parere dell’Avvocatura, una volta revocato non può essere riaffidato. «Troveremo la migliore soluzione giuridica - dice l’assessore Lo Bello - stiamo lavorando quotidianamente per provare a far ripartire il nuovo bando e attivare i tirocini entro l’anno»

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