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Mezzi pubblici lenti e benzina cara
I paletti dei sindacati sui trasferimenti

I rappresentanti dei lavoratori: la benzina costa e i mezzi pubblici sono lenti, trasferimenti d’ufficio entro 25 chilomentri

PALERMO.  Cinquanta chilometri sono tanti, almeno per le caratteristiche del territorio siciliano: meglio ridurre, anzi dimezzare il raggio entro cui trasferire d’ufficio i regionali. Perchè i mezzi pubblici sono lenti, il lavoratore sarebbe obbligato a utilizzare l’auto.
E la benzina, nell’Isola, ha il costo più alto d’Italia. Sono i ragionamenti portati avanti dai sindacati a tutela dei 17 mila regionali che il governo intende spostare per colmare alcuni preoccupanti vuoti in settori nevralgici dell’amministrazione. Ieri all’Aran, l’organismo regionale dove è in corso la trattativa per fissare i criteri per i trasferimenti, si è svolto un nuovo incontro nel quale i sindacati hanno presentato le controproposte a quella del governo. Indicazioni raccolte da Claudio Alongi, a capo della struttura, che adesso avrà il compito di trovare una sintesi.

Giovedì è previsto un nuovo incontro e già diversi dipartimenti sono in allarme perchè da tempo denunciano una carenza di personale e attendono i rinforzi. I dirigenti hanno provato a ottenere il personale necessario con gli strumenti a disposizione, come l’atto di interpello, ma pochi accettano volontariamente di cambiare sede lavorativa.
Alla Formazione, ad esempio, l’assessore Lo Bello attende con ansia un centinaio di nuovi impiegati per accelerare pratiche e rendiconti di un settore alle prese con ritardi ormai cronici e l’emergenza stipendi per migliaia di lavoratori.

«Ma non sarebbe corretto avviare i trasferimenti senza un accordo - dice Enzo Abbinanti della Cgil - sarebbe fuori dalle regole». Gli fanno eco tutte le altre sigle. «Il rischio sarebbe per la Regione di incorrere in una raffica di ricorsi» dice Luca Crimi della Uil Fpl. Tutto, insomma, rischia di restare congelato fino alla firma dell’accordo.

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