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Costruttori di pace, «parà» siciliani nella Repubblica Centrafricana

La «Folgore» al lavoro da aprile in uno dei Paesi più poveri del mondo: le testimonianze di due genieri di Balestrate e Campobello di Licata

«I poveri dell’Africa? Aiutiamoli a casa loro!». C’è chi lo dice, magari dal palco di un comizio. E c’è chi lo fa, lontano dai riflettori (e dagli elettori). È il caso dei tanti siciliani in divisa della «Folgore», impegnati nella Repubblica Centrafricana per la missione di pace «Eufor». Genieri paracadutisti in prima linea nel cuore del «Continente Nero», per impedire che guerra civile e sottosviluppo facciano ancora strage.
Il tenente Costantino Cammarata, originario di Piazza Armerina ma residente a Campobello di Licata, e il maresciallo Vincenzo Cilluffo, palermitano di Balestrate, recentemente decorato con la medaglia dell'Unione Europea per il suo impegno umanitario, sono ormai da mesi in missione assieme a colleghi provenienti da Niscemi, Catania, Caltagirone e Partinico. I due genieri e gli altri militari italiani hanno già lasciato segni concreti della loro presenza: «Un lavoro — dice Cilluffo — ci ha regalato particolare soddisfazione: è stata la bonifica di un canale di deflusso dell’acqua intasato da mille metri cubi di detriti. Abbiamo così dato il nostro contributo alla prevenzione della malaria, evitando il ristagno, e la popolazione ha mostrato di esserci grata per questo intervento».

Spiega, invece, Cammarata: «Siamo qui, tra l’altro, per assicurare la mobilità del contingente europeo di 750 militari schierato a Bangui, la capitale. In altri termini abbiamo ripristinato strade e realizzato le strutture per la sorveglianza delle zone sotto il nostro controllo. Recentemente io e i miei uomini abbiamo realizzato un ponte leggero per ricollegare due quartieri separati dal conflitto». Adesso, però, è già tempo di guardare avanti. I due «parà» anticipano così le prossime fatiche: «Un importante progetto europeo per la costruzione di un ponte ci vedrà coinvolti a breve come tecnici. Tra poco, poi, qui riaprono le scuole, ma ce ne sono molte malandate che richiedono il nostro intervento».

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