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Stato-Mafia, no della corte alla diffusione degli audio della deposizione di Napolitano

Lo ha deciso il presidente del collegio, Alfredo Montalto, con un'ordinanza che rigetta l'istanza di Radio Radicale che aveva chiesto di potere avere il file con il sonoro della testimonianza resa il 28 ottobre al Colle

PALERMO. La corte d’assise di Palermo non metterà a disposizione di Radio Radicale l'audio della deposizione del capo dello Stato nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Lo ha deciso il presidente del collegio, Alfredo Montalto, con un'ordinanza che rigetta l'istanza di Radio Radicale che aveva chiesto di potere avere il file con il sonoro della testimonianza resa il 28 ottobre al Colle da Giorgio Napolitano.

«Si rigetta, trattandosi di registrazione audio non attinente all'autorizzazione a suo tempo rilasciata in favore dell'istante, concernente le udienze dibattimentali», si legge nella ordinanza di rigetto della corte. Radio Radicale, il 29 ottobre, il giorno successivo alla deposizione, ha presentato una richiesta ricordando come il presidente della corte avesse già autorizzato l'emittente a registrare tutte le udienze del processo e invocando la necessità di un'informazione completa.

Chi ha assistito alla deposizione del presidente al processo sul patto tra pezzi dello Stato e boss parla di un Napolitano disteso, collaborativo, pronto a rispondere a tutte le domande senza avvalersi delle prerogative costituzionali di cui gode e spesso ricordategli dalla corte. Una disponibilità piena andata oltre i paletti messi dal collegio: più volte Napolitano ha voluto rispondere nonostante i giudici avessero ritenuto inammissibili i quesiti posti.  Entrato per ultimo nella sala del Bronzino, è stato accolto dal saluto della corte e delle parti che si sono alzati in piedi al suo ingresso. Poi ha preso posto davanti a uno scrittoio al lato del collegio. A prendere la parola per primo è stato il procuratore di Palermo Leonardo Agueci. Una presenza quella del capo dei pm decisa dopo scontri interni violenti: alcuni dei magistrati del pool trattativa hanno fino all'ultimo ripetuto di non volerlo al Colle per non dare l'impressione di essere commissariati. «Sono qui per rispetto al presidente, all'atto che sta per compiere e alla verità che stiamo cercando», ha detto Agueci che, al termine dell'udienza, si è detto soddisfatto della collaborazione ricevuta e certo dell'utilità della deposizione.

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