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Graziano: «Va rivisto il modo di costruire o le tragedie accadranno ancora»

Il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi: basta tagli sui controlli, a volte saltano perché manca la benzina per le auto

L’Italia affoga e la Sicilia risponde ai nubifragi toscani con le alluvioni del Catanese. Ma la vicenda di Carrara presenta un elemento di discontinuità. Non più latitanza amministrativa e lavori urgenti e mai fatti. Stavolta gli argini del fiume straripato non solo c'erano ma erano stati pure revisionati nell'autunno dell'anno scorso. Chi segna un punto? La squadra del «Destino Imprevedibile» o quella del «Piove, governo ladro»? Per Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, la vicenda conferma una priorità: «I modelli sui quali vengono progettate queste opere pubbliche non sono più adeguati. Vanno rivisti. E al più presto. Se no succederà ancora e ancora».

Un argine praticamente nuovo che cede. Come non pensare che non fosse stato fatto a regola d'arte?

«È vero, lo capisco. Non ho ancora informazioni di dettaglio al riguardo, ma certo non si può escludere questa ipotesi. Certamente ci sarà un'inchiesta e magari questo aspetto verrà chiarito. Vedremo. Ma, in generale, questo tipo di opere si fa sulla base di modelli probabilistici che vengono elaborati sul dato statistico della pioggia critica. Si prende in considerazione il volume delle precipitazioni in un dato arco di tempo e si realizza il progetto. Più importante è l'opera, ponti viadotti, argini, dighe, più lungo deve essere il periodo preso in considerazione».
Lei ritiene che a Carrara questo non sia stato fatto?
«Non lo so. Bisogna vedere. A quanto pare le precipitazioni sono state molto imponenti. Si parla di 200 millimetri di pioggia all'ora, un dato molto severo. Non so se, in quella zona, questo dato abbia un valore statistico, diciamo così, storico. A Giampilieri nel Messinese nel giorno della tragedia caddero quasi 220 mm in sei ore. In Sicilia la media è di 700 mm in un anno. Ora 200 millimetri in un'ora possono fare sballare qualunque statistica e, dunque mettere a rischio qualunque progetto redatto sulla base di modelli basati su statistiche più contenute. Ripeto: non so se questo è quello che è successo a Carrara. Ma è un fatto che, per dirla con un luogo comune, non piove più come prima. I cambiamenti climatici sono evidenti e rendono vecchi i modelli impiegati finora. Bisogna urgentemente adeguarli alla nuova situazione».

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