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Superburocrati, on line gli stipendi d’oro: spending review rinviata

Pubblicati sul sito dell'Assemblea regionale. Il tetto dei 240 mila euro annui lordi scatterà dal 2015

Palazzo dei Normanni

PALERMO. Stipendi da favola per i burocrati dell'Ars per almeno altri due mesi. I tagli torneranno in agenda dal primo gennaio. Dopo tanto clamore, il tetto dei 240 mila euro lordi annui fissato dal presidente Ardizzone lo scorso 30 luglio è in vigore solo per il nuovo segretario generale Fabrizio Scimè. Per gli altri dirigenti dell'Ars non c'è fretta.

A deciderlo è stato l'Ufficio di presidenza dell'Assemblea, così come emerge dalla pubblicazione, per la prima volta sul sito ufficiale dell'Ars, delle retribuzioni dei burocrati. Spending review rinviata, dunque, sempre se i dirigenti non decideranno di andare in pensione entro la fine dell'anno. Salvando stipendi impensabili per qualsiasi altro dipendente pubblico. Si scopre, così, che qualche dirigente guadagnerà per almeno altri due mesi più di Scimè. Come il direttore dell'Ufficio Affari europei Eugenio Consoli che «dichiara» 344.080.02 euro lordi. A seguire c'è il vice di Scimè: per Mario Di Piazza (che è anche direttore del Servizio lavori d'Aula) una retribuzione lorda pari a 339.915,49 euro.

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