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Sicilia, le Province nel caos: a rischio l'intera attività. Nominati commissari "a tempo"

Manca un rappresentante legale dopo la scadenza dei mandati il 31 ottobre. Il presidente dell'Upi: "Situazione gravissima, rischio default"

PALERMO. Province nel caos in Sicilia: i mandati dei commissari straordinari sono scaduti il 31 ottobre e il governatore Rosario Crocetta, in attesa della proroga degli incarichi con il disegno di legge all'ordine del giorno dei lavori parlamentari di domani, ha nominato commissari ad acta, i cui compiti tuttavia sono limitati. A rischio è l'intera attività degli enti, a cominciare dai servizi sociali per i disabili.  L'Ars nei mesi scorsi ha approvato la legge che cancella l'elezione diretta degli organismi delle Province, sostituendo gli enti con i Liberi consorzi, noma che deve essere ancora completata con una nova legge che attribuisca compiti e funzioni. Diversi i testi depositati in commissione Affari istituzionali, compreso un ddl governativo e uno preparato dagli uffici della Presidenza su input del presidente dell'Assemblea, Giovanni Ardizzone.

"CRITICITA' GRAVISSIME, RISCHIO DEFAULT" - "Cari Onorevoli, abbiamo simulato gli effetti dei tagli imposti dalla Legge di stabilità sui bilanci delle Singole Province e Città metropolitane, e le criticità che emergono sono gravissime, tali da non potersi che tradurre in default e nell'impossibilità di erogare i servizi che sono in capo a questi enti». Lo scrive il presidente dell'Upi, Alessandro Pastacci, in una lettera inviata oggi ai Capigruppo della Camera, con la richiesta di un incontro urgente per avviare un confronto rispetto alle misure contenute nella manovra finanziaria a carico delle Province e delle Città metropolitane.  «La simulazione che abbiamo fatto sui singoli enti evidenzia che, in media, i tagli - scrive Pastacci nella lettera - avranno una incidenza sulla spesa di Province e Città metropolitane pari al 51% dei bilanci degli enti, condizione che evidentemente non consente agli enti di continuare ad assicurare l'erogazione dei servizi essenziali. È necessario e urgente - prosegue - verificare l'impatto sulle funzioni fondamentali, a partire dalle funzioni esercitate oggi per arrivare a quelle che dovranno restare in capo ai nuovi enti di area vasta di secondo livello dal 1 gennaio 2015».

Si tratta, rileva ancora il presidente Upi, «della gestione e la messa in sicurezza delle scuole superiori italiane, in cui studiano i 2 milioni e 500 mila studenti medi; della gestione e la messa in sicurezza della rete viaria provinciale, che rappresenta oltre il 70% della rete nazionale, la cerniera che tiene insieme la piccole e media imprenditoria italiana e attraverso cui viaggia il commercio e l'industria del Paese, e che, con l'inverno alle porte ha bisogno di risorse certe per assicurare lo sgombero della neve e l'antigelo; delle opere di salvaguardia e tutela dell'ambiente e di contrasto al dissesto idrogeologico».

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