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McConaughey si racconta: "Invecchiare non mi spaventa"

Sarà nelle sale con "Interstellar", il blockbuster sci-fi di Christopher Nolan, con Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine, in uscita il 6 novembre

ROMA. Invecchiare "non mi spaventa, anzi, è una cosa che aspetto. Da bambino mi hanno insegnato a guardare agli anziani con rispetto. Ogni anno in più ti dà più saggezza, conoscenza e capacità di capire gli altri e il mondo". Parola di Matthew McConaughey, protagonista a Roma di un incontro con i giornalisti per l'uscita di Interstellar, il blockbuster sci-fi di Christopher Nolan, con fra gli altri, Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine, in uscita il 6 novembre in 600 copie con Warner.

Nel film, ambientato in un futuro prossimo nel quale la Terra, colpita da una piaga climatica, si avvia a diventare arida, McConaughey, premio Oscar 2014 per Dallas Buyers Club, è Cooper, ex pilota diventato agricoltore, vedovo e padre di due figli adolescenti, Murph, appassionata di scienza come lui, e Tom, che invece preferisce i campi di mais. L'uomo deve affrontare la decisione di separarsi da loro quando è richiamato in servizio alla Nasa dal professor Brand (Caine) che gli chiede di guidare una rivoluzionaria missione nello spazio profondo in cerca di un nuovo possibile mondo per l'umanità.

"Essere genitore mi ha sicuramente influenzato per questo ruolo - spiega Matthew, padre di tre figli (Levi di 6 anni, Vida di 4 e Livingston di quasi 2) avuti con la modella brasiliana Camila Alves -. Pur non avendo vissuto le situazioni estreme di Cooper posso comprendere il dolore del distacco dai propri figli e il relazionarsi a loro non trattandoli da bambini ma rispettandoli e ascoltandoli". L'attore ha amato molto "il concetto alla base della storia, la fiducia nelle capacità dell'umanità, di evolversi, migliorandosi, riuscendo a superare i propri limiti. Un messaggio importante per le nuove generazioni".

Visione positiva che contrasta, spesso, con la realtà, soprattutto a livello ambientale: "E' arrogante da parte nostra pensare di dover domare la natura. E' lei forse a dover 'domare' noi. Nel film Nolan non voleva essere didattico nel lanciare un allarme, anche se si è ispirato a eventi reali come le tempeste di polvere in America (causate dalla siccità durante la Grande Depressione, ndr). Se vedendo il film qualcuno pensasse sia anche un avvertimento su dove si rischi di arrivare, ha un valore positivo in più".

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