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«Edilizia e turismo riprendono fiato ma nell’Isola c’è una moria di imprese»

Il direttore generale di Banca Nuova alla politica: «In Sicilia ci sono delle nicchie virtuose, da supportare e su cui puntare»

PALERMO. Non solo ombre, anche luci nell'economia siciliana. In uno scenario finanziario difficile e complicato, l’osservatorio di Banca Nuova rileva che c'è stata una leggera inversione di tendenza «nell'ambito delle costruzioni residenziali, del turismo e della crescita dell'export di nicchia». Secondo il direttore generale Umberto Seretti «per uscire dalla crisi bisogna puntare sull'internazionalizzazione delle imprese, anche piccole e medie, e sulla loro capacità di consorziarsi per potere competere a livello mondiale».

Direttore, le imprese siciliane continuano a chiudere. Voi, invece, rilevate che ci sono dei segnali di miglioramento. In quali settori? 

«L'analisi degli ultimi dati relativi alla prima metà dell'anno conferma l'indebolimento del tessuto produttivo, con il numero di imprese attive che dalla fine del 2013 si è ridotto di altre 2.900 unità: in pratica, ogni giorno 16 aziende chiudono i battenti. Tra i principali settori economici i più colpiti sono il commercio all'ingrosso e al dettaglio, l'agricoltura, silvicoltura e pesca, le costruzioni e la manifattura, mentre il comparto dei servizi di alloggio e della ristorazione evidenzia una dinamica positiva. In Sicilia prevale ancora una situazione difficile, ma ci sono dei segnali di miglioramento in alcuni comparti».

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