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Tutto pronto per la maratona di New York, Italia terza per partecipanti

Un appuntamento a cui la città si presenta quest'anno più blindata che mai, con l'allerta terrorismo ai massimi livelli dagli attentati dell'11 settembre 2001

NEW YORK.Conto alla rovescia per la 43/ma edizione della maratona di New York. Si correrà domenica, e tutto è quasi pronto per l'evento sportivo più importante della Grande Mela. Un appuntamento a cui la città si presenta quest'anno più blindata che mai, con l'allerta terrorismo ai massimi livelli dagli attentati dell'11 settembre 2001. E con il sindaco Bill de Blasio pronto a fronteggiare qualunque emergenza sul fronte dell'ebola. Ma anche su quello del maltempo, con la prima nevicata della stagione prevista proprio in coincidenza con la gara.

«Siamo pronti» - ha rassicurato il primo cittadino, ribadendo come New York garantirà la migliore sicurezza possibile, con tutte le migliori forze in campo per la protezione dei cittadini. «Anche l'Fbi farà parte della squadra che coordinerà gli sforzi per la sicurezza durante la maratona - ha spiegato - E sarà un grande giorno, non ci fermerà nessuno». «A sorvegliare sui partecipanti - gli ha fatto eco il capo della polizia di New York, Bill Bratton - ci saranno oltre 4 mila agenti, oltre a unità delle forze aeree e marittime».

Ma domenica gli atleti dovranno fronteggiare anche un altro tipo di 'minaccià, quella legata al maltempo, con i metereologi che hanno annunciato l'arrivo di un fronte di aria fredda che si abbatterà sulla città già a partire da sabato con un crollo verticale delle temperature.

Alla maratona parteciperanno oltre 50 mila corridori provenienti da 125 paesi, con l'Italia al terzo posto dopo Stati Uniti e Francia per numero di partecipanti: ben 2.054. Sarà anche la gara del record - ha sottolineato ancora de Blasio - perchè «ad un certo punto taglierà il traguardo il milionesimo corridore nella storia della maratona».

La conferenza stampa di presentazione della corsa al Javits Center è stata anche l'occasione per parlare di Ebola, in particolare dopo le critiche mosse allo stato di New York per aver imposto la quarantena a chi tornava dai Paesi africani epicentro dell'epidemia. «Lo abbiamo fatto - ha spiegato de Blasio - perchè credevamo si dovesse fare, e abbiamo agito spinti da un eccesso di precauzione». Una precauzione che
porterà a rigidissimi controlli sui tantissimi atleti che arrivano da ogni parte del mondo, anche da quelli a
rischio.

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