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Provvedimento sui tribunali, le spese pagate dallo Stato

Renzi: restituiamo ai Comuni i soldi usati per gli uffici giudiziari. I costi di affitti, manutenzioni e utenze telefoniche passano al ministero della Giustizia

PALERMO. Per i Comuni dove hanno sede uffici giudiziari, una buona notizia. A darla lo stesso premier Matteo Renzi:. «Su sollecitazione del sindaco di Bari Antonio Decaro abbiamo deciso di risolvere la grana degli uffici giudiziari, restituiamo i soldi ai comuni per le spese». Renzi si riferisce al provvedimento inserito dal governo nella legge di stabilità, grazie al quale dal primo ottobre 2015 le spese destinate agli immobili adibiti a sedi giudiziarie (affitti, spese di manutenzione e telefoniche) saranno trasferite dai Comuni al ministero di Giustizia. A quantificare il beneficio è proprio il sindaco di Bari: evitiamo l'anticipazione di cassa di oltre 8 milioni di euro e ne risparmieremo circa 3 ogni anno sul bilancio.

Ma sulla manovra tante ombre, compreso i trentuno miliardi di «oneri da coprire». Una differenza di cinque miliardi circa rispetto alle slide illustrate dal premier Matteo Renzi e dal documento pubblicato sul sito del ministero dell'Economia, che - viene spiegato da fonti parlamentari e di governo - includerebbero nel conto anche gli effetti finanziari del decreto legge Irpef (il primo provvedimento sul bonus 80 euro), facendo così lievitare il conto a quota 36.

Il testo della legge di stabilità inizierà l'iter la prossima settimana con le audizioni che sono in calendario da giovedì. E sempre la prossima settimana l'Italia risponderà alla lettera di chiarimenti inviata dalla Ue giovedì scorso. L'intesa raggiunta a Bruxelles, e che prevede una correzione aggiuntiva del deficit di 0,2 punti di Pil (per un totale quindi di 0,3), sarà onorata utilizzando circa 3 miliardi dei 3,4 già appostati in un fondo nelle pieghe della Legge di stabilità. Dopo aver chiuso la partita oltralpe, si aprirà dunque quella in Parlamento dove il primo ostacolo sarà il vaglio della pertinenza dei contenuti delle misure. Ad un esame approfondito infatti è probabile che venga individuato un pacchetto di norme da stralciare a causa dell'estraneità della materia. Dopodichè, una volta esaurita la pratica delle audizioni, si entrerà nel vivo della battaglia parlamentare con gli emendamenti, la cui scadenza per la presentazione potrebbe essere fissata alla fine della prima settimana di novembre.

Tra i capitoli che saranno affrontati ci sarà sicuramente quello degli Enti locali. Sul tavolo il taglio da 4 miliardi che tocca le Regioni: riunioni sono attese nei prossimi giorni ma - secondo quanto viene riferito da fonti ministeriali - i governatori sarebbero consapevoli di non poter evitare una sforbiciata di 3 miliardi euro e dunque la trattativa starebbe ruotando intorno a un miliardo. Due le strade proposte per raggiungere il target fissato da Palazzo Chigi: quella che punta sui costi standard e quella che chiede di mettere in capo un'operazione di ristrutturazione del debito sul lungo periodo. Soluzione, quest'ultima, che però non troverebbe il consenso da parte del governo perchè aumenterebbe l'indebitamento senza avere effetti utili.

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