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Terrorismo, Margelletti: «I lupi solitari, il vero pericolo»

Il presidente del Centro Studi Internazionali-Cesi: «Siamo tutti sotto minaccia, ma non servono leggi speciali. Bisogna applicare al meglio le norme vigenti»

Difficile prevenire gli attacchi terroristici dei «lupi solitari». Specialmente se questi sono «jihadisti bianchi», occidentali convertiti all’Islam che più facilmente riescono a mimetizzarsi tra passanti e vicini di casa nelle nostre città. Per Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali-Cesi, l’assalto di martedì al Parlamento canadese è un segnale inquietante. Non servono, però, leggi speciali e «Patriot Act», come quello varato negli Usa dopo l’11 settembre: «Servirebbe, invece, applicare al meglio le norme vigenti», sottolinea Margelletti.

In Canada, almeno 80 dei 130 «volontari stranieri» arruolati da Isis e altre formazioni jihadiste sono rientrati: vengono considerati autentici ordigni a orologeria. Quante «bombe umane» circolano in Italia?

«Difficile da dire. Peraltro, come ha correttamente indicato il ministro Angelino Alfano, una cosa sono i circa 50 individui di origine italiana che combattono sul fronte iracheno-siriano, altra cosa sono invece i cosiddetti lupi solitari che agiscono per conto di sè stessi e in moltissimi casi non sono stati in guerra. L’attentatore canadese rientra in quest’ultimo gruppo».

I «lupi solitari» fanno paura. Servizi segreti e forze dell'ordine sono sostanzialmente impotenti dinanzi a questa minaccia?

«Direi di sì, anche se l’intelligence italiana è stata tra le prime in Europa a individuare l’ambiente carcerario come uno dei luoghi di possibile trasformazione di un individuo da criminale comune a terrorista con matrice religiosa. Da questo punto di vista, quindi, noi siamo un pò più avanti rispetto ad altri nella capacità di prevenzione».

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