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U2, Bono in Italia presenta il nuovo album: un viaggio a ritroso alla ricerca dell'innocenza

Esce Songs of Innocence. «Ogni giorno si deve provare a ricominciare, guardare ai propri errori e azioni, da soli o con l'aiuto di Dio: noi l'abbiamo fatto con questo disco»

MILANO. «Ogni giorno si deve provare a ricominciare, guardare ai propri errori e azioni, da soli o con l'aiuto di Dio: noi l'abbiamo fatto con questo disco». È con queste parole che Bono ha presentato stasera a 'Che tempo che fa' l'ultimo disco degli U2, 'Songs of Innocence'. Quattordici anni dopo la partecipazione a Sanremo, quattro anni dopo l'ultima esibizione live a Roma, gli U2 tornano in Italia per un'anteprima mondiale: la prima presentazione di 'Songs of Innocence' dopo lo svelamento a sorpresa durante l'evento Apple del 9 settembre.

L'intervista parte proprio dall'ultima volta degli irlandesi nella TV italiana e al ruolo di Luciano Pavarotti nel portarli a Sanremo: «Quando conobbi il Maestro mio padre, appassionato di lirica, mi chiese come mi sentii ad incontrare un vero cantante - ha ricordato Bono - dopo la morte di mio padre mi è sembrato che la mia voce fosse migliorata, come se mi avesse fatto un regalo». Non è strano che Bono parta da ricordi familiari: 'Songs of Innocence' si preannunciava come il più intimo disco della loro carriera, e Bono e The Edge non hanno tradito questo intento parlando con Fabio Fazio della loro giovinezza.

«Dopo l'ultimo album - ha detto Bono - ci siamo chiesti perchè fare un altro disco, perchè stare in una band e siamo tornati alle origini, abbiamo ascoltato la musica degli anni '70 con orecchie nuove, consapevoli di quanto ci avesse influenzato». Il nuovo album come un viaggio a ritroso alla ricerca dell'innocenza, insomma, un'ascesa il cui il punto più alto è l'incontro con il punk dei Ramones, sentiti in concerto a Dublino: «Il punk rock è stato l'inizio di qualcosa di completamente nuovo - dice The Edge a proposito del tributo a Joey Ramone del primo singolo - all'improvviso tutti potevano provarci con la musica».

Ma oltre alla folgorazione musicale il disco racconta anche dell'innocenza perduta con le autobombe di Dublino del 1974: «'Raised By Wolves' racconta l'eredità di rabbia che ci lasciò quell'evento - dice Bono - ma oltre la violenza politica c'è la violenza domestica che è ovunque, in Irlanda o in Italia». L'innocenza professata dal nuovo disco è anche uno stato al quale aggrapparsi: «Grazie al gruppo e alla musica siamo rimasti sempre un pò innocenti e naif», dice The Edge, e gli fa eco Bono: «al me stesso degli anni '70 direi 'hai più ragione di quanto pensi', ma quello che mi spaventa è cosa direbbe a me un giovane Bono!».

E se la distribuzione gratuita via iTunes può sembrare meno innocente, Bono ha una risposta alle critiche ricevute per l'accordo con Apple che ha portato 'Songs of Innocencè a mezzo miliardo di persone registrando 26 milioni di download: «Il disco è stato pagato da Apple come dono a tutti quelli che con iTunes per anni hanno pagato la musica: sappiamo bene quanto sia difficile per un musicista farsi pagare, Cole Porter oggi venderebbe t-shirt!».

Da Fazio gli U2 hanno eseguito un set acustico che ha richiamato l'edizione deluxe dell'album - nei negozi oltre all'edizione standard - che conterrà le undici canzoni già pubblicate anche in versione acustica. Dopo aver eseguito voce e chitarra 'The Miracle (of Joey Ramone)' fra cori e battiti di mani di un pubblico entusiasta, The Edge è andato al piano per 'Every Breaking Wave' in un arrangiamento che ha commosso la platea di 'Che tempo che fa'. E la promessa con cui gli U2 lasciano lo studio di Milano è quella di tornare presto con il resto della band, possibilmente con il tour che sebbene non ancora annunciato dovrebbe partire il prossimo anno.

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