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Obbligo scolastico, gli enti religiosi lanciano l’allarme: 10 mila allievi a rischio illegalità

Oif nel caos in Sicilia: c’è una terza annualità che è in ritardo di un anno e un’altra serie di corsi che dovevano partire a ottobre ma di cui ad oggi non si sa nulla

PALERMO. Protesta mercoledì a Palermo degli enti religiosi che realizzano i corsi di formazione per assicurare l’obbligo scolastico. I giovani, oltre al tradizionale percorso, possono scegliere infatti di seguire percorsi alternativi finanziati dalla Regione nell’ambito della formazione professionale. È il cosiddetto sistema dell’Oif, che però in Sicilia è nel caos: c’è una terza annualità che è in ritardo di un anno e un’altra serie di corsi che dovevano partire a ottobre ma di cui ad oggi non si sa nulla. Situazione denunciata dalla Confap,  confederazione di enti che lancia l’allarme sul rischio dispersione scolastica di migliaia di allievi "facili prede di tutte le mafie".

La manifestazione si terrà mercoledì mattina in piazza Indipendenza a Palermo dalle 9,3’ alle 15,30. Alla Confap aderiscono numerosi enti: Cfp San Giovanni Apostolo con sede a Catania, il Ciofs-Fp Sicilia (emanazione della Congregazione religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice – Salesiane di Don Bosco), il  Cnos-Fap Sicilia (ermanazione della Congregazione religiosa dei Salesiani di Don Bosco), l’Endo-Fap con sede legale Palermo (emanazione della Congregazione religiosa), l’Engim Sicilia con sede a Cefalù (emanazione della Congregazione di San Giuseppe dei padri Giuseppini del Murialdo).

Secondo gli enti “non esiste alcuna corrispondenza tra il calendario scolastico e il calendario formativo. Oggi 3.000 minori in obbligo di istruzione, iscritti ai percorsi di formazione per l’anno 2014/2015, non hanno alcuna garanzia per la prosecuzione del loro per loro percorso scolastico, che per tutti è già iniziato il 15 settembre 2014 e che in Sicilia ancora non trova coperture finanziarie. E oltre 3.500 allievi minori iscritti alle terze annualità dell’anno scolastico 2013/2014, non ancora in aula dopo oltre 12 mesi dal naturale avvio delle attività, non possono fruire del loro diritto e di fatto hanno “perduto” un anno della loro vitae si trovano in dispersione scolastica e fuori da ogni circuito didattico, facili prede di tutte le mafie”.

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