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Scende il prezzo del petrolio
ma non quello della benzina

Il principale imputato è l'Erario il cui peso sul prezzo finale alla pompa è molto forte

ROMA. Il prezzo del petrolio crolla, ma quello della benzina, zavorrato dal carico fiscale, non scende in proporzione. Gli automobilisti che vanno a fare il pieno, con il greggio intorno ai 90 dollari e le quotazioni internazionali della benzina a 500 euro, ai minimi dal novembre 2011, non trovano infatti un prezzo medio di 1,58 euro, vale a dire quello di allora, ma di 1,71. Il principale imputato, stavolta, non sembrano le compagnie petrolifere, ma l'Erario, visto che rispetto ad allora tra accise e Iva si spendono 14 cent in più.

Proprio ieri Maurizio Micheli, presidente nazionale di Figisc Confcommercio, è stato ottimista su una possibile discesa nei prossimi giorni dei prezzi dei carburanti: "In una settimana - ha detto - la quotazione internazionale dei prodotti lavorati è diminuita di -6,5 cent/ litro per la benzina e di -4,4 cent/litro per il gasolio. A sua volta il greggio Brent è in forte calo in confronto al fine settimana scorso, e, in presenza di un cambio euro/dollaro in ripresa, si attesta su 71 euro/barile rispetto ai 75 di venerdì scorso. Rispetto alle dinamiche dei prodotti sulla piazza internazionale del Mediterraneo, i prezzi alla pompa in Italia da venerdì 3 ottobre sono scesi di -0,8 cent/litro per la benzina e di -1,3 cent/ litro per il gasolio, come da noi previsto venerdì scorso. Pertanto, a meno di drastiche variazioni in più od in meno delle quotazioni internazionali alla chiusura dei mercati di oggi, sussisterebbero le condizioni per prezzi in diminuzione, con variazioni massime attorno ad 2,5 eurocent/litro".

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