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Proteine e carboidrati: ecco come si nutrivano nel Neolitico

In un'area di circa 200 metri quadrati, sono venuti alla luce una ventina di forni a cupola con base circolare, scavati lungo il pendio collinare nella formazione naturale della roccia. La forma richiama quella degli attuali forni da pane e da pizza, molto comuni nel Mediterraneo

ANCONA. Un'alimentazione sana, con un giusto apporto di proteine e carboidrati: è quella di una comunità di agricoltori dell'epoca Neolitica, scoperta e studiata grazie alle campagne di scavo (l'ultima conclusa in questi giorni) condotte a Fosso Fontanaccia a Portonovo, dove esiste un insediamento risalente all'età neolitica che comprende alcuni forni, ossa umane, reperti e scarti di cibo.

Il sito è stato identificato per la prima volta negli anni '90: dal 2011 l'Università la Sapienza di Roma vi conduce scavi sistematici ed estensivi, affidati alle archeologhe Cecilia Conati Barbaro ed Alessandra Manfredini. Ad oggi, in un'area di circa 200 mq, sono venuti alla luce una ventina di forni a cupola con base circolare, scavati lungo il pendio collinare nella formazione naturale della roccia. La forma richiama quella degli attuali forni da pane e da pizza, molto comuni nel Mediterraneo.

Nel 2006 in due forni riemersero le sepolture di tre individui adulti. Lo studio antropologico di quei resti ha messo in luce un buon stato di salute, mentre l'analisi del collagene delle ossa ha permesso di ricostruire i dati di un'alimentazione basata su un equilibrato apporto di proteine e carboidrati. A costruire i forni è stata una comunità di primi agricoltori, che coltivavano cereali e leguminose e allevavano animali domestici: sono stati ritrovati semi di orzo carbonizzati e resti di pecora, maiale e bue.

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