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I sindacati: i laboratori d’analisi non devono 150 milioni alla Regione

Le associazioni di categoria negano il debito e chiedono un tavolo tecnico. La replica dell’assessorato alla Salute: «I recuperi non si possono fermare»

PALERMO. Sostengono che non esista un debito di 150 milioni di euro. Chiedono l'insediamento di un tavolo tecnico che proponga modifiche alla normativa e si occupi del riordino della rete dei laboratori di analisi. I rappresentanti delle associazioni di categoria lanciano un nuovo appello per bloccare la restituzione delle somme che rappresentano la differenza tra i rimborsi percepiti dalle strutture tra il 2008 e il 2013 in base al tariffario regionale e quelli previsti dal tariffario Bindi-Turco.

Dall'assessorato, però, non sembrano esserci margini per una trattativa: «La Regione non può stoppare i recuperi. L'unica cosa possibile è capire con le singole aziende caso per caso le condizioni dei contratti». In un dossier i sindacati hanno raccolto una serie di argomentazioni per spiegare le ragioni per cui i laboratori non dovrebbero pagare i 150 milioni: «È un debito che non esiste. E se ci sono responsabilità di qualcuno emergeranno in sede civile», ha dichiarato Mimmo Marasà, rappresentante di un'associazione di categoria.

Il Tar con una sentenza del 2008 ha sospeso, infatti, gli effetti del decreto nazionale e l'assessorato alla Salute, che ha fatto ricorso, ha dovuto ripristinare il tariffario regionale. Secondo le associazioni di categoria, però, è stata impugnata dall'assessorato l'ordinanza del Tar soltanto per la parte riguardante gli sconti del 20 per cento previsti nel tariffario. E non per gli importi delle prestazioni. Motivo per il quale adesso sarebbe immotivata la richiesta di restituzione delle somme. Anche la pronuncia di merito del Cga, a loro avviso, non sarebbe relativa ai tariffari. Posizione non condivisa dall'assessorato alla Salute.

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