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Sclerosi multipla, una speranza arriva dalle cellule staminali

Le cellule sono preparate a partire dal midollo osseo della stessa persona, e vengono coltivate in strutture accreditate dagli enti regolatori di ciascun paese e rigorosamente controllate prima della somministrazione per via endovenosa

MILANO. Per la prima volta verrà sperimentato l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali nelle persone malate di sclerosi multipla. È questo l'obiettivo del progetto internazionale Mesems, coordinato da Antonio Uccelli, responsabile del centro di ricerca sulla sclerosi dell'università di Genova, i cui dettagli sono stati anticipati a Milano alla presentazione del congresso della Società italiana di neurologia.

L'Italia con i 4 centri di Genova, Milano San Raffaele, Verona e Bergamo, è uno dei 9 Paesi coinvolti nello studio, insieme a Francia, Spagna, Inghilterra, Danimarca, Svezia, Canada, Austria e Svizzera. La sperimentazione parte dai
risultati ottenuti da altri studi condotti sugli animali, che fanno supporre che le staminali mesenchimali possano spegnere il processo infiammatorio che danneggia il sistema nervoso centrale, rilasciare molecole utili alla sopravvivenza e riparare il tessuto danneggiato.

Le cellule sono preparate a partire dal midollo osseo della stessa persona, cioè sono autologhe, e vengono coltivate in strutture accreditate dagli enti regolatori di ciascun paese e rigorosamente controllate prima della somministrazione per via endovenosa. L'obiettivo è coinvolgere nella ricerca 160 persone con sclerosi che non rispondono alle terapie disponibili. Sinora sono stati reclutati 83 pazienti, di cui 27 in Italia. I risultati dello studio sono previsti per il 2016.

«Nonostante le enormi aspettative su questa ricerca - commenta Uccelli - è impensabile che le staminali mesenchimali possano rigenerare i neuroni perduti e migliorare la condizione clinica dei pazienti con grave disabilità. Questo studio ci permetterà di dare una risposta sulla sicurezza e l'efficacia di questo tipo di trattamento, ponendo fine alle speculazioni».

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