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Salute e ambiente, parte la settimana europea delle Biotecnologie

Saranno 31 le città italiane coinvolte, con 48 convegni, 11 laboratori, una giornata di porte aperte a cui hanno aderito 26 realtà operanti nel settore, e ancora mostre, spettacoli, corsi di formazione e flash mob

MILANO. Prende il via la seconda edizione della European Biotech Week (EBW), un'intera settimana ricca di eventi e iniziative per raccontare tutti i 'volti' del biotech: dalle sue applicazioni per la salute a quelle per l'ambiente, dall'agroalimentare fino alla genomica.

Saranno 31 le città italiane coinvolte, con 48 convegni, 11 laboratori, una giornata di porte aperte a cui hanno aderito 26 realtà operanti nel settore, e ancora mostre, spettacoli, corsi di formazione e flash mob. Il programma completo è disponibile sul sito www.biotechweek.org. Il calcio d'inizio a Palazzo Chigi con l'evento «Biotecnologie: nuovi scenari in medicina e l'industria della salute», organizzato da Assobiotec in collaborazione con Asis (Associazione Studi sull'Industria della Salute) e Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della vita.

«La Commissione Europea - ha dichiarato Riccardo Palmisano, vice presidente di Assobiotec - ha identificato le biotecnologie tra le tecnologie chiave in grado di contribuire, in termini di
valore aggiunto, al rilancio di molteplici settori dell'industria tradizionale e alla gestione delle molte sfide che la nostra società si trova ad affrontare. Nel settore della salute, già le biotecnologie consentono di sviluppare farmaci e strumenti diagnostici che hanno permesso di prevenire e curare malattie fino a ieri non preventivabili nè curabili, consentendo anche al Sistema sanitario nazionale di generare risparmi sul fronte della spesa. Con questa iniziativa - ha sottolineato Palmisano - abbiamo voluto costruire un momento di incontro e confronto a livello istituzionale per discutere di una strategia che consenta di usare le biotecnologie come strumento di prevenzione e cura, ma anche di crescita e competitività, oltre che di sviluppo occupazionale qualificato e giovanile».

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