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Stanchi dei selfie? Nasce un movimento contro l'autoscatto

Si chiama Anti-Selfie Movement e una star del cinema come Kirsten Dunst ha prestato il suo volto a un cortometraggio, che mette in evidenza i limiti dell'ossessione per una vita connessa e sempre in mostra

ROMA. Tempi duri per i 'selfie'. L'autoscatto ai tempi di Facebook e Instagram che ha conquistato perfino Papa Francesco ed è entrato nell'Oxford Dictionary, inizia a mostrare segni di cedimento in popolarità. Negli Stati Uniti è nato l'Anti-Selfie Movement e una star del cinema come Kirsten Dunst ha prestato il suo volto a un cortometraggio che mette in evidenza i limiti dell'ossessione per una vita connessa e sempre in mostra.

«È tempo di essere Unselfie». "Basta sovraesporsi, recuperiamo un po' di mistero, è tempo di nascondere la propria faccia dallo spazio sociale", scrive il movimento americano Anti-Selfie che per veicolare il più possibile il suo messaggio ha aperto un sito e profili su molteplici piattaforme sociali (da Facebook a Twitter, da Instagram a YouTube). Se proprio si vuole cedere alla tentazione di un selfie, chiede il movimento ai suoi seguaci, almeno si faccia con ironia, camuffandosi, con una mano sul viso o un cappello a larga tesa. Anche in Italia qualche mese fa è partita la campagna #setiselfieticancello, mentre il governo filippino li vuole addirittura proibire. Per inciso, la capitale finanziaria del paese Makati City, è secondo il Time la città al mondo dove si fanno più selfie pro capite.

Effettivamente la mania per l'autoscatto che ha contagiato giovani e meno giovani, gente comune, politici e vip, inizia a perseguitarci. Ci sono phon che scattano selfie mentre asciugano i capelli, il corso universitario sui selfie, dischi e programmi tv che si ispirano ai selfie. Più che una parola, sembra essere diventato un marchio da apporre per vendere prodotti e informazioni. E ha generato anche un indotto economico non da poco: sono nate tante app che migliorano l'autoscatto, smartphone con funzioni fotografiche 'ad hoc' e piccoli gadget come i 'selfie stick', bastoni in metallo che si connettono bluetooth al proprio cellulare e consentono di scattare foto a una distanza che va oltre il proprio braccio. Si comprano online ma anche per strada dai venditori ambulanti.

E l'indotto può contare su grandi numeri. Solo in Italia, dice una ricerca Samsung, si scattano 28 milioni di selfie al giorno; mentre secondo il Pew Research center americano più della metà dei ragazzi tra i 15 e i 35 anni ha condiviso un selfie. Per il sito selfiecity.net (che monitora 5 città mondiali) sono autoscatti il 4% delle immagini su Instagram. A prendere le distanze da questa mania anche alcune star di Hollywood: il selfie con loro è oramai il moderno autografo. Se James Franco lo vede come una forma d'arte, Leonardo di Caprio ha rifiutato di fare foto con una fan nel giorno del suo compleanno; mentre Kirsten Dunst, forse sensibilizzata dalla fuga sul web dei sui scatti provati osè, ha prestato il suo volto al cortometraggio 'Aspirational' girato da Mattew Frost.

Nel video si vede l'attrice avvicinata da due giovani fan che iniziano a scattarsi una serie infinita di selfie con lei, quasi ignorando la sua presenza. Quando la Dunst chiede loro se vogliano approfittare dell'incontro per domandarle qualcosa, le due si limitano a rispondere: "Puoi 'taggarci' su Facebook?".

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