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Immigrati, due rivolte nei centri d’accoglienza di Trapani

Gli episodi si sono verificati a Salinagrande e al residence Marino. L’intervento delle volanti

TRAPANI. Due rivolte nell’arco di poche ore hanno fatto scattare l’allarme, ieri sera a Trapani, ponendo ancora una volta l’accento sull’emergenza immigrati. La prima è scoppiata al centro di accoglienza per richiedenti asilo politico di contrada Salinagrande. Protagonisti sei extracomunitari, provenienti da Caltanissetta.

Giunti nella frazione trapanese, sono andati in escandescenza, bloccando gli autisti che avevano provveduto ad accompagnarli al Cara, con due auto. Il tempestivo intervento degli agenti della Squadra volante, chiamati con una telefonata al 113, ha scongiurato che la situazione potesse degenerare. Alla fine i sei, dopo aver creato momenti di tensione, hanno desistito e la situazione è ritornata alla normalità.

Poche ore dopo la polizia è dovuta intervenire anche al Residence Marino, dove viene ospitato un gruppo di richiedenti asilo politico, soccorsi al largo di Lampedusa e giunti in città a bordo di navi militari. Un immigrato ha aggredito una interprete, spintonandola. Pretendeva di mangiare alle sette, mentre nell’istituto la cena viene servita alle otto. In difesa della donna è intervenuto un altro migrante che è venuto alle mani con il connazionale. Sono volate botte da orbi. L’arrivo degli agenti della Squadra volante della questura del capoluogo ha sedato la gazzarra che ha coinvolto anche gli altri ospiti.

Nessun ferito, ma la paura è stata tanta. Per il momento nei confronti dei protagonisti dell’episodio di violenza non sono stati adottati provvedimenti. Quanto accaduto, però, evidenzia come le strutture di accoglienza sono delle polveriere pronte ad esplodere da un momento all’altro. Non è la prima volta che il centro di accoglienza per richiedenti asilo politico di Salinagrande è teatro di rivolte. Era già accaduto in passato. Lì la convivenza tra migranti appartenenti ad etnie diverse è assai complicata e la tensione, che si respira quotidianamente, spesso sfocia in episodi di violenza sedati dalle forze dell’ordine che presidiano l’immobile realizzato all’ingresso della piccola frazione trapanese e che presto chiuderà i battente, su disposizione del ministero dell’Interno che ha accolto la richiesta avanzata dal prefetto Leopoldo Falco.

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