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Vendola: "Pronti a una nuova coalizione per diritti e lavoro"

Lo ha detto il presidente di Sel a Piazza Santi Apostoli dove si sta svolgendo la manifestazione organizzata dal partito per contrastare le politiche sul lavoro in discussione al Senato

ROMA. «Oggi inizia un nuovo processo politico. Siamo pronti a una nuova coalizione per i diritti e per il lavoro». Lo ha detto il Presidente di Sel, Nichi Vendola a margine del suo intervento a Piazza Santi Apostoli a Roma dove si sta svolgendo la manifestazione organizzata dal partito per contrastare le politiche sul lavoro in discussione al Senato

«Renzi viene applaudito nella City dove si pensa che l'Italia sia un territorio dove non ci sono più regole, in cui domina la giungla», ha detto Vendola prima di salire sul palco con Pippo Civati e Maurizio Landini. «La sinistra semplicemente non c'è, non esiste, la sinistra non è nata per difendere i privilegi dei dominatori, la sinistra è nata per garantire diritti e tutele a coloro che erano in basso nella società - ha proseguito -.

Oggi da qui parte una coalizione, spero. Un processo politico, mettere insieme persone che stanno in diversi luoghi, costruire una rete, dei diritti e del lavoro. Lottare per il lavoro perchè non c'è alcuna idea per far nascere il lavoro. Bisogna investire sull'ambiente, costruire un modello di welfare ambientale, investire sul dissesto idrogeologico del paese. Dare lavoro ai giovani, aprire nuovi cantieri». «Non si devono togliere tutele, non schiavizzare la gente - ha concluso -. Se uno rischia di essere licenziato perchè malato di cancro o perchè gay, quella non è modernità ma uno schifo».

«Porre la fiducia significa non avere fiducia nella stessa maggioranza, significa ricorrere ancora una volta agli strumenti dell'arroganza su un terreno sul quale si sta consumando un delitto molto grave: chi lavora vive già con la paura, con l'incertezza, pensare oggi non di estendere le tutele ma cancellare quelle poche che ci sono è un delitto».

«Bisogna portare libertà nel lavoro, sicurezza, in un paese dove oggi ci sono un milioni di incidenti ogni anno - ha aggiunto -. Si devono vergognare quando si inchinano di fronte
alle parole di Papa Bergoglio e poi pensano che nel nome della modernità e in ginocchio nei confronti dei mercati finanziari bisogna stravolgere tutto quello che è stato conquistato».
«Bisogna estendere quello che è stato conquistato - ha concluso -, bisogna lottare contro la precarietà e fare come in Europa: dare un reddito a chi non lo ha, dare gli strumenti per non essere ricattati, per non essere dentro il cono d'ombra della precarietà a vita perchè quello è un ergastolo».

 

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