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"I fattori genetici non influenzano lo sviluppo"

Il principale merito di questo studio è di aver confermato come «le differenze nello sviluppo dipendano in larga parte non dalla genetica ma dalle condizioni ambientali, nutrizionali e di salute»

TORINO. «Grazie allo studio Intergrowth 21st, è ormai chiaro che sono i primi mille giorni dal concepimento del bambino quelli in cui si decide lo sviluppo successivo»: il professor Enrico Bertino, direttore del reparto di neonatologia universitaria dell'ospedale Sant'Anna di Torino, sottolinea così l'importanza della ricerca internazionale appena pubblicata sulla prestigiosa rivista Lancet.

Il principale merito scientifico di Integrowth 21st, spiega Bertino, è di aver confermato come «le differenze nello sviluppo dipendano in larga parte non dalla genetica ma dalle condizioni ambientali, nutrizionali e di salute». Per la prima volta, inoltre, sono stati definiti gli standard mondiali di riferimento per la crescita dei feti e dei neonati.

A Torino, lo studio ha impegnato da maggio 2009 un gruppo di ricerca costituito da ostetrici e neonatologi del Sant'Anna, impegnati insieme al reparto neonatologia dell'ospedale Mauriziano e ai consultori familiari. «Adesso - continua Bertino - il lavoro si concentrerà sui nati pretermine, cioè i bambini che nascono prima delle 37 settimane. L'obiettivo è definire anche per loro dei parametri di crescita certi, in modo da arrivare in futuro al dimezzamento
dei parti prematuri».

In questa seconda fase, sarà il gruppo di Torino, con la dottoressa Francesca Giuliani del Sant'Anna, a coordinare la raccolta dei dati su quasi 200 neonati in tutto il mondo, che proseguirà per più di un anno.

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