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Paolo Morello e quel soffio vitale che dà origine a tutto

Da un lato il ripensamento sull’«instant décisif» di Cartier-Bresson, dall’altro la dicotomia tra visione apollinea e dionisiaca del soggetto ritratto: sono i due spunti di riflessione che offre la rassegna

PALERMO. Alla fine, capelli, rami, tronchi si somigliano. Perché da loro, intrecciati come amanti, nasce una riflessione sul vento. Impetuoso, potente, che scuote fronde di querce e increspa la superficie del mare. Blown è una meditazione sulla coscienza, sul tempo, sulla fotografia, le foto sono di Paolo Morello che con questa esposizione, prima di una serie di appuntamenti mensili, inaugura oggi la nuova sede della Galleria Studio (ore 18, via Bentivegna 11, fino al 10 novembre).

«Questa mostra - spiega l'autore - rappresenta un passo avanti nella mia ricerca sulla genesi, il soffio vitale che dà origine a tutto. Qui, rispetto al passato, inserisco due declinazioni innovative. La prima è metalinguistica, tecnica: quando decidi di fotografare il vento, di fatto rinneghi l'idea dell' “instant décisif” di Henri Cartier-Bresson. Ho fotografato alberi scossi dal vento con tempi di posa di oltre venti minuti: quale di questi venti minuti è “l'instant décisif”? Ciascuno di essi, o l'insieme, la somma, il fluire del tempo? Penso che i fotografi, invece, debbano porsi come obiettivo quello di rappresentare l'“eternità decisiva”. Il primo livello di lettura di queste fotografie, dunque, è una riflessione sul tempo. Il secondo elemento è che una fotografia è interessante non quando rappresenta un soggetto interessante né tanto meno quando riproduce in modo interessante un soggetto: quando una singola foto, o una mostra, ha sufficiente forza per riaprire un dibattito sull'idea di ciò che dovrebbe essere la fotografia, delle sue funzioni sociali, metafisiche, allora è opera».

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