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L'allarme del WWF: "In 40 anni sparita metà della fauna selvatica"

Tra il 1970 e il 2010, l'indice 'Pianeta vivente' che misura i mutamenti di 3.083 specie di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci, si è ridotto del 52 per cento

PARIGI. L'azione dell'uomo ha causato negli ultimi 40 anni la scomparsa di oltre la metà della fauna selvatica del pianeta. Il dato arriva dal Wwf nel nuovo rapporto Living Planet Report 2014. Tra il 1970 e il 2010, l'indice 'Pianeta vivente' che misura i mutamenti di 3.083 specie di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci, si è ridotto del 52 per cento e la «tendenza non mostra segni di rallentamento», sottolinea il rapporto Wwf giunto alla sua decima edizione.

Considerato la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, il WWF è l''acronimo di World Wildlife Fund ed è stato fondato l'11 settembre 1961 in Svizzera da un gruppo che comprendeva, tra gli altri anche dei reali.

Il più celebre associato del WWF è probabilmente il Principe Filippo che, dal 1961 al 1982, fu il primo presidente del WWF britannico e poi divenne Presidente Internazionale dell'associazione (dal 1981 al 1996).

Il WWF si batte per conservare la biodiversità del pianeta, assicurare che l'uso di risorse naturali rinnovabili sia sostenibile, promuovere misure per la riduzione dell'inquinamento e degli sprechi di risorse.

Un panda gigante è stato scelto come emblema del WWF, alla sua fondazione nel 1961, da Sir Peter Scott, che lo disegnò personalmente nel vecchio logo. La mascotte dell'organizzazione invece ha preso origine dal panda gigante Chi Chi, che fu trasferito dallo zoo di Pechino a quello di Londra negli stessi anni dell'istituzione del WWF.

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