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Consumi, gli italiani spendono meno ma “meglio” per il cibo

Secondo uno studio dell’Università di Milano, nella recessione economica il consumatore si fa più selettivo ma con "comportamenti multipli"

ROMA. In tempi di crisi gli italiani, quando si tratta di cibo, spendono meno ma 'meglio'. È quanto emerge da una ricerca dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca e del Centro di ricerca interuniversitario in economia del territorio (Criet), presentata all'Agricoltura Milano Festival, nell'ambito del forum 'Food marketing: un'analisi sulla relazione tra distributore e consumatore' che vede oggi confrontarsi, tra gli altri, docenti universitari, Google Italia, Slow Food Italia, Coop Lombardia e Cortilia.

Secondo lo studio, nella recessione economica il consumatore si fa più selettivo ma con "comportamenti multipli". Se da una parte una larga fascia di persone va alla ricerca di promozioni e offerte essendo sensibili alla leva prezzo, una fascia più ristretta di consumatori si concentra, invece, su scelte alimentari improntate alla qualità e alle nuove tendenze: biologico, eco sostenibile, filiera corta, biodinamico.

Su questa seconda fascia, spiega lo studio della Bicocca, la leva prezzo incide meno, prevalendo nella scelta di acquisto il "fattore qualità e in alcuni casi il fattore moda".

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