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Tettamanzi: “Sì alla comunione per i divorziati risposati"

L’arcivescovo emerito di Milano: “Dio ama, tutti nessuno escluso, con un cuore misericordioso"

ROMA. Il Sinodo sulla famiglia dovrà mettere in primo piano "le persone, le famiglie ferite e il loro cammino di fede". Lo dice il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, in un'intervista a Famiglia Cristiana. La discussione dunque non può essere incentrata solo sull'ammissione ai sacramenti ai divorziati risposati.

Tuttavia per Tettamanzi è possibile la ricezione dei sacramenti della penitenza e dell'eucarestia da parte dei fedeli divorziati risposati. "In attesa delle discussioni sinodali - dice il cardinale - penso che l'ipotesi potrebbe essere accolta a tre precise condizioni che determinano una strada da percorrere: se dei sacramenti si assume, secondo l'insegnamento costante della Chiesa, il significato di segni delle misericordie di Dio; se si evitano indebite confusioni sull'indissolubilità del matrimonio e si assicura un recuperato impegno di vita cristiana attraverso cammini di fede che siano veri e seri".

Comunque - aggiunge Tettamanzi - "una prima precisazione è che i fedeli divorziati risposati sono membri della Chiesa e lo sono in forza del battesimo ricevuto e in virtù della fede conservata e in qualche modo vissuta". C'è nella condizione dei divorziati risposati "un'alleanza spezzata" ma "Dio ama, tutti nessuno escluso, con un cuore misericordioso".

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