Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'anestesista è ubriaca, donna muore di parto a Orthez

«Non era in uno stato normale durante l'intervento, sembrava non capire quali fossero le indicazioni»: 45 anni, nata in Belgio, la donna con patologici problemi di alcolismo, rischia 5 anni di carcere per omicidio colposo

PARIGI. «Non era in uno stato normale durante l'intervento, sembrava non capire quali fossero le indicazioni»: 45 anni, nata in Belgio, un'anestesista con patologici problemi di alcolismo, rischia 5 anni di carcere per omicidio colposo. Era ubriaca quando una giovane donna che stava per diventare mamma ha avuto un arresto cardiaco fra le sue mani, in sala operatoria, ed è morta pochi minuti dopo. Il bambino è sano e salvo.

La donna, che è in stato di fermo, era anestesista nella piccola e malmessa maternità del'ospedale di Orthez, nei Pirenei francesi. La notte fra venerdì e sabato scorsi, una paziente è stata portata in condizioni di urgenza in sala operatoria per un parto cesareo. Dopo l'anestesia, ha avuto un arresto cardiaco ed è stata trasferita d'urgenza nell'ospedale più attrezzato di Pau, il capoluogo, dove è morta. L'inchiesta, subito avviata, ha fatto emergere gravi anomalie, tanto che il reparto maternità è stato chiuso. L'anestesista, sulla quale gravavano sospetti, è stata convocata in commissariato e si è presentata davanti agli agenti con un tasso alcolico di oltre 2 grammi per litro di sangue, ammettendo i suoi gravi problemi di alcool.

È scattato il fermo e la formalizzazione dell'accusa da parte del procuratore di Pau, Jean-Christophe Muller. Il magistrato ha ravvisato due diversi tipi di anomalie: una
prima riguardanti le condizioni in cui si è svolta l'anestesia, con «l'uso di prodotti anestetici e di respirazione artificiale non conformi a quelli abituali», la seconda dovuta al comportamento dell'anestesista, «che non era in condizioni normali durante l'intervento». L'equipe medica presente in sala operatoria ha testimoniato di aver ravvisato nella collega - chiamata d'urgenza ad intervenire - «difficoltà nell'esprimersi, nel comprendere e nel reagire».

L'anestesista esercitava la professione per conto di una clinica privata di Orthez che mette a disposizione la sala operatoria per la struttura pubblica che ne è priva. Era stata assunta in via definitiva da un paio di settimane, ma esercitava dal 1999 sia in Francia, sia in Belgio. Adesso rischia una lunga pena e la radiazione dall'albo, mentre difficilmente - visti anche i tagli alla Sanità imposti dalle esigenze di bilancio - la maternità di Orthez potrà riaprire in tempi brevi.

Caricamento commenti

Commenta la notizia