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Barrafranca, nella ex casa del boss un centro per donne
vittime di violenza

Il piano rientra fra le attività portate avanti sul fronte della legalità dal Prefetto Ferdinando Guida Attualmente risultano «in gestione» solo 24 dei 54 beni sottratti al crimine.

BARRAFRANCA. Una casa di accoglienza per donne vittime di violenza sorgerà nella villa confiscata all'ex reggente provinciale di Cosa Nostra Raffaele Bevilacqua, affidata dalla Prefettura al Comune.

Lo ha reso noto il prefetto Ferdinando Guida. A giorni il ministero dell'Interno deciderà se finanziare o meno 600 mila euro con il Pon Sicurezza, il denaro necessario a riqualificare la villa e trasformarla in un centro idoneo a ospitare le donne vittime di violenza. Per la gestione, che con ogni probabilità sarà mista, dovrebbe essere indetta una gara. I lavori, in sostanza, dovranno fare in modo che ogni camera sia attrezzata con due letti, o un letto e una culla, e lo staff, oltre che da psicologi e assistenti sociali, potrebbe essere composto anche da donne che hanno vissuto in prima persona le violenze.

Il piano rientra fra le attività portate avanti dalla Prefettura sul fronte della legalità - fu il prefetto Guida in prima persona, con il colonnello Baldassare Daidone, il capitano Michele Cannizzaro e i militari della stazione barrese, a partecipare all'immissione in possesso del bene confiscato - oltre che sul fronte della lotta alla violenza di genere.

«Il Pon è un'opportunità importante per la gestione dei beni confiscati - spiega il Prefetto - considerato che i comuni, a cui spesso questi beni vengono assegnati, non hanno i soldi necessari per gli interventi di riqualificazione». A chiedere il finanziamento, tecnicamente, è il Comune, anche se la Prefettura ha avuto un ruolo importante, dall'8 marzo scorso, quando fu il prefetto Guida a proporre pubblicamente questo progetto, nel corso di una manifestazione per la festa della donna.

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