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Articolo 18, Polito: per Renzi la vera incognita resta il voto del Parlamento

L’editorialista del Corriere della Sera: «Il premier sa che senza l’abrogazione dell’articolo 18 non avrà alcun ascolto in Europa»

«Da anni la sinistra italiana non contava così tanto» sorride Antonio Polito, direttore del Corriere del Mezzogiorno ed editorialista del Corriere della Sera. La frattura sull'articolo 18 che si sta consumando nel Pd sta a metà tra uno psicodramma e un regolamento di conti. In gioco c'è la credibilità del percorso di riforme promesso dall'Italia all'Europa. L'eterno ritorno del già noto perché l'articolo 18 dilania da più di un decennio la sinistra.
Come giudica il dibattito alla direzione del Pd?
«Mi pare che il risultato fosse scontato visto che Renzi dispone in direzione di una maggioranza che lo mette al riparo da rischi. Oltretutto ci sono i Giovani Turchi di Orfini che ormai si sono schierati a difesa del segretario-premier. Semmai il problema sta nel voto in Parlamento: che cosa faranno i dissidenti? e, soprattutto: quanti saranno? Perché vede se tutti tengono le loro posizioni la maggioranza diventa molto traballante. Al Senato ci sono solo sette voti a favore del governo. Molto pochi per un provvedimento così importante come la riforma del mercato del lavoro».
Se Renzi mette la fiducia dovrà chiedere aiuto a Berlusconi?
«È molto probabile. Ma è di assoluta evidenza che, in un'ipotesi del genere ci sarebbe il terremoto. Si verificherebbe un sostanziale cambio di maggioranza perché una cosa è votare insieme le riforme istituzionali che è come scrivere insieme il regolamento di gioco. Tutt'altra votare una legge squisitamente politica come l'abolizione dell'articolo 18. Si aprirebbe una fase politica nuova in una prospettiva decisamente confusa».
Esclude che Napolitano, in caso di dimissioni di Renzi possa dare incarico a un altro presidente del consiglio?
«In queste ore sono usciti dei retroscena in cui si dice che c'è una soluzione successiva. Nell'ipotesi di caduta del governo Renzi, ci sarebbe la possibilità di un nuovo esecutivo con forti connotati tecnici affidato al Governatore Ignazio Visco. Il diretto interessato ha smentito cogliendo l'occasione di una cerimonia in onore di Carlo Azeglio Ciampi che, proprio ventun anni fa aveva fatto il salto dalla Banca d'Italia a Palazzo Chigi. Anche il Quirinale ha tirato il freno dicendo che Renzi è l'ultima possibilità di questa legislatura».

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