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I salari rimangono ancora fermi: ad agosto l'indice resta invariato

Le retribuzioni contrattuali orarie salgono dell’1,4% tendenziale per i dipendenti del settore privato, restano ancora ferme per la Pa

ROMA. Ad agosto l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,1% nei confronti di agosto 2013. Complessivamente, in otto mesi, la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Lo comunica L’Istat che diffonde i dati con un’ora di ritardo a causa della mobilitazione dei ricercatori precari dell’istituto. Le retribuzioni contrattuali orarie salgono dell’1,4% tendenziale per i dipendenti del settore privato, restano ancora ferme per la Pa. A fine agosto i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 41% degli occupati dipendenti (il 38,9% del monte retributivo osservato).

 A fine agosto non si è registrato il recepimento di nuovi accordi e nessuno è venuto a scadenza: risultavano in vigore 35 contratti per 5,3 milioni di dipendenti. Nel settore privato l’incidenza è pari al 53,3%, con quote differenziate per attività economica: nel settore agricolo è del 6,8%, del 94,9% nell’industria e del 17,6% nei servizi privati. I contratti in attesa di rinnovo sono 40 (di cui 15 nella Pa) relativi a circa 7,6 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego). I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tlc (3,1%), estrazione minerali (2,9%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi e legno, carta e stampa (entrambi 2,8%); in calo trasporti, servizi postali e attività connesse (-0,3%). La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 59% nel totale dell’economia e del 47% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 32 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 17,1 mesi per quelli del settore privato.

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