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Agrigento, tassa di soggiorno? Assolutamente no

« Il nuovo tributo - spiegano Francesco Picarella, Gaetano Pendolino e Paolo Pullara - aprirebbe una ulteriore ferita per il comparto che sta già fronteggiando importanti criticità generali»

AGRIGENTO. «La Tassa di soggiorno voluta dal Comune di Agrigento, sarebbe, se introdotta veramente, una punizione per un settore che potrebbe essere trainante per lo sviluppo economico sociale del territorio». Non hanno dubbi Federalberghi Agrigento, il Distretto Turistico Valle dei Templi e Assohotel Agrigento, che respingono, motivandola, la proposta che, nell’idea del legislatore nazionale, è finalizzata al miglioramento dei servizi turistici locali per accrescere la competitività del sistema locale turistico e che verrebbe pagata da coloro che, in futuro, decideranno di pernottare in una delle strutture ricettive agrigentine.
«Ma la realtà è cosa ben diversa dalla teoria - spiegano Francesco Picarella, Gaetano Pendolino e Paolo Pullara - anche perche si deve considerare che nel 2014 abbiamo rilevato una flessione degli arrivi e delle presenze che lancia un ulteriore allarme rispetto alla situazione economica della filiera turistica e che certamente comporterà ulteriori riduzioni. A luglio di quest'anno, risultano essere diverse migliaia le presenze in meno nelle strutture ricettive ed il riempimento medio dei posti letto, su base annua, è fermo al 23 per cento quindi 3 posti su 4 disponibili rimangono vuoti tutto l'anno anche se poi su questi spazi si continua a pagare regolarmente la tassa sulla spazzatura e sulla superficie ex Imu».

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