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Ebola, psicosi per casi sospetti: ma a Pozzuoli è malaria

ROMA. Ebola fa sempre più paura e mentre in Africa occidentale si rafforzano le misure per contenere e gestire i contagi, con la Liberia che ha annunciato che aumenterà da 250 a 1000 il numero dei posti letto per il trattamento dei pazienti affetti dal virus entro la fine di ottobre, nel nostro Paese cresce l'attenzione con qualche segno di psicosi. L'ultimo caso ha riguardato Pozzuoli, in provincia di Napoli, dove ci sono stati momenti di tensione e allarmismo dopo il ricovero in ospedale di due persone di recente tornate dal Burkina Faso, un uomo di 46 anni e un ragazzo di 13, con sintomi simili a quelli dell'Ebola.

 

La struttura ha attivato subito le misure precauzionali previste dai protocolli internazionali e distribuito mascherine tra personale sanitario e chi si trovava vicino al pronto soccorso, disponendo il trasferimento dei pazienti all'ospedale Cotugno di Napoli. I referti ospedalieri hanno poi accertato che si trattava di un'altra patologia, la malaria, come ha confermato una nota diffusa da Francesco Faella, direttore del dipartimento di Emergenza dell'ospedale Cotugno di Napoli. Anche il sindaco della cittadina, Vincenzo Figliolia, ha voluto rassicurare la popolazione: "Da quanto emerge si tratta di due casi accertati di malaria. Da questa mattina tutti i box del pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli sono regolarmente in funzione e non c'è alcun disagio di sorta''.

 

La paura per un possibile caso di Ebola nel nostro Paese era scattata già qualche giorno fa, il 9 settembre, nelle Marche, dove una donna nigeriana di 42 anni residente a Civitanova, rientrata da sei giorni dal suo Paese era stata messa in isolamento perché presentava sintomi sospetti. I risultati delle analisi diffusi dall'Istituto Spallanzani di Roma avevano poi confermato che anche in questo caso si trattava di malaria. Sempre nella stessa regione, a distanza di sole 48 ore, un'altro allarme aveva riguardato una profuga etiope ospitata in un centro di accoglienza di Ancona, ma in questo caso il contagio e' stato subito escluso dai medici.

 

A Rimini, qualche giorno fa, e' scattato l'allarme per due bambini di cinque e sette anni rientrati a Ravenna dalla Nigeria e ricoverati con sintomi che facevano sospettare la letale febbre emorragica, ma poi esami effettuati hanno escluso che si trattasse di Ebola. Anche a Bologna, all'aeroporto Marconi, vi e' stata un'allerta poi rivelatasi infondata che riguardava una donna eritrea, risultata invece affetta da sinusite.

 

"In tutti i casi segnalati, sospetti di Ebola, sono state attivate tutte le procedure previste dalle circolari, in linea con le indicazioni internazionali e recepite a livello regionale, tra le quali l'invio di campioni biologici all'Inmi Spallanzani di Roma per le prescritte analisi di laboratorio- spiega sul proprio sito il ministero della Salute- la segnalazione di casi sospetti di malattia da virus Ebola, sulla base di criteri epidemiologici e clinici, testimonia l'efficienza del sistema di sorveglianza delle malattie infettive nel nostro Paese".

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