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«Vado via, farò rumore»: gli sms della lite Corsello-Scilabra

Nei messaggi dell’ex dirigente, certificati dalla Questura, il pressing di Italia Lavoro per trovare un’intesa. Scambio di accuse con l’assessore fino a tarda notte

PALERMO. Ci sono i messaggi con cui i vertici nazionali di Italia Lavoro vanno in pressing per fermare le polemiche. E c’è soprattutto il botta e risposta andato avanti per giorni con l’assessore Nelli Scilabra. C’è tutto questo negli sms che ieri Anna Rosa Corsello, ormai ex dirigente della Formazione, ha chiesto alla Questura di certificare. Una procedura che serve appunto a dare una sorta di ufficialità ai testi in vista di una consegna ai magistrati che stanno indagando sul flop day del Piano giovani.
La Corsello ha letto i resoconti giornalistici dell’audizione della Scilabra in commissione Lavoro all’Ars. E poi ha deciso di compiere questo passo.
Fra i messaggi certificati ce n’è uno del 10 agosto con cui Paolo Reboani, presidente nazionale di Italia Lavoro, chiede un incontro e informa la Corsello della disponibilità a trovare una intesa sull’emergenza se lei fermerà le polemiche sulla società e la diffusione di documenti.
Gli sms sono quelli dei giorni caldi, successivi al flop del 5 agosto, in cui la Corsello pubblicamente attacca Italia Lavoro ritenendola responsabile del fallimento della selezione. Negli stessi giorni fra la dirigente e l’assessore va in scena una lite furibonda, che provoca uno scambio di messaggi fittissimo. In alcuni casi gli sms vengono scambiati anche a notte fonda e sono ricchi di insulti reciproci. La Corsello li vuole consegnare ai magistrati perchè, a suo avviso, dimostrerebbero la propria contrarietà all’affidamento a Italia Lavoro e il pressing subito dall’assessore. Circostanza sempre smentita dalla Scilabra.
Sia l’assessore che la dirigente hanno sempre concordato sul fatto che alla base del flop ci sia stato un problema informatico. E dunque attribuire la responsabilità degli affidamenti ai privati è cruciale in questo momento: è proprio su questo che si è riunita in via straordinaria la commissione Lavoro dell’Ars.
In alcuni sms la dirigente informa l’assessore dei suoi dubbi sui finanziamenti alle ditte esterne coinvolte nel Piano giovani. E poi, quando la situazione fra i due precipita, la dirigente si lamenta con l’assessore delle sue assenze e annuncia le proprie dimissioni: «Lì con voi - scrive - non voglio rimanere. Uscendo sbatterò la porta e sentirai un forte rumore».
A fine agosto tuttavia la Corsello viene ritenuta da Crocetta responsabile del flop anche se ciò non ferma lo scontro dentro e fuori l’assessorato. Il presidente accetta le dimissioni della dirigente, che ora ha chiesto tutte le ferie arretrate prima di rientrare in servizio. A lei Crocetta dovrà trovare un incarico equivalente a quello perso, come previsto da una clausola del contratto collettivo che la dirigente intende far valere.

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