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Eni di Gela, investimenti per due miliardi
entro il 2017

GELA. L’Eni continuerà a investire in città. Entro il 2017 il colosso energetico del cane a sei zampe garantirà interventi per 2,2 miliardi di euro e occupazione, tra diretto e indotto, per 1920 unità.
Sono questi, in sintesi, i numeri che contraddistinguono il Piano industriale 2014-2017 presentato ieri sotto le ciminiere della fabbrica di contrada Piana del Signore dal management Eni alla presenza, come uditori, dei segretari di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, oltre che Ugl chimici, che avevano chiesto il mantenimento dell’accordo al ministero Sviluppo economico (Mise) con il riavvio della “Linea 1” per consentire alla fabbrica di tornare a produrre.
A fare gli onori di casa è stato, per la Raffineria, l’amministratore delegato Carlo Guarrata, intervenuto alla presenza dei manager Eni Fabrizio Proietti, Massimo Laurenti e Angelo Crescenzi.
Nei prossimi tre anni saranno investiti in città 2,2 miliardi di euro. Di questi, 1,8 miliardi saranno destinati all’estrazione e all’esplorazione di idrocarburi mentre i restanti 425 milioni di euro interesseranno la Raffineria di contrada Piana del Signore. Con precisione 225 milioni di euro saranno impiegati per la bio-raffinazione e i restanti 200 milioni interesseranno le bonifiche.
La forza lavoro del diretto aumenta di venti unità, salendo a quota 790. Con esattezza, 100 saranno impiegati al Centro formazione, 40 alla Syndial, 350 al Green & refining e 300 all’impianto Up-stream. L’indotto crescerà progressivamente fino a raggiungere un tetto massimo di 1130 unità entro il 2017. «Sono iniziate le manutenzioni con un’attività di conservazione della Linea 1 ma non il riavvio – sottolinea Andrea Alario, Ugl Chimici - Le intenzioni sembrano interessanti ma vogliamo comprendere se corrisponderanno ai fatti».
La presentazione dei Piano industriale da parte dell’Eni con un investimento complessivo di 2,2 miliardi di euro non sembra convincere le segreterie sindacali di categoria.
Secondo Francesco Emiliani, Femca Cisl, «bisognerà verificare per decidere il da farsi». Di tutt’altro avviso è invece Maurizio Castania, Uil Uiltec, secondo il quale «l’azienda vuole concentrare la propria azione all’esplorazione e all’estrazione degli idrocarburi che raffinerà altrove. Siamo sicuri – si chiede Castania - che con il passaggio alla bio-raffinazione ci sarà la stessa caduta occupazionale?».
L’interrogativo della segreteria sindacale Uiltec potrebbe presto tuonare tra le tute blu che potrebbero non apprezzare la mancanza di una scadenza per il riavvio della Linea 1 e, soprattutto, la riduzione dell’investimento complessivo per la Raffineria da 700 a 425 milioni di euro come sancito l’estate scorsa con un contratto sbandierato come rilancio del polo industriale gelese prima della nomina di Lorenzo De Scalzi alla guida dell’Eni e la decisione di ridimensionare le raffinerie del meridione d’Italia comprendendo anche quella di Gela.

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