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Centro di accoglienza di Caltanissetta al collasso,
gli stranieri dormono fuori

CALTANISSETTA. Si è ulteriormente irrobustita e comincia a destare qualche preoccupazione la presenza all'esterno del campo d'accoglienza di Pian del Lago di immigrati arrivati da varie parti d'Italia per chiedere il permesso di soggiorno. Il loro numero numero oscilla da ottanta a cento. Sostano fuori dal centro e sperano che si possa liberare qualche posto per essere ospitati al Cara dove la capienza massima (quasi cinquecento) è stata raggiunta da tempo. La notte riescono a trovare riparo in una struttura sportiva della zona già sgomberata una prima volta un mese fa dalla polizia municipale. Situazioni, purtroppo, già vissute lo scorso autunno quando la presenza di extracomunitari aveva raggiunto punte elevate tali da determinare la creazione spontanea di una sorta di baraccopoli a Pian del Lago 2. Allora in più di duecento vivevano in condizioni igieniche a dir poco precarie e poco alla volta il Prefetto Carmine Valente era riuscito a trovare soluzioni alternative fino al definitivo sgombero della struttura nel corso di una operazione congiunta di polizia, carabinieri, polizia municipale e Caltambiente e la contestuale rimozione di tonnellate di materiale (materassi prevalentemente). L'impianto allora era stato stato recintato per evitare intrusioni che a quanto sembra sono riprese. La presenza all'esterno di un centinaio di migranti non rappresenta al momento una situazione d'allarme ma viene continuamente monitorata dalla Prefettura. Si spera nel rilascio in tempi brevi di permessi di soggiorno che potrebbe alleggerire il peso del Cara dove sono ospitati 530 stranieri ben oltre la capienza (475 posti). A questi poi bisogna aggiungere gli altri settecento disseminati nei vari centri d'accoglienza temporanei individuati dalla Prefettura in città e in alcuni comuni della provincia in strutture religiose o private. La presenza diffusa di migranti, all'interno e all'esterno del Cara, obbliga la sezione locale istituita dalla prefettura a procedere a tappe forzate nelle audizioni dei richiedenti asilo, almeno dieci al giorno per quattro giorni la settimana. La sezione, che dipende dalla commissione di Siracusa, è riuscita in questi mesi a rilasciare centinaia di permessi di soggiorno (per motivi politici e umanitari) respingengendo altre richieste di stranieri che non avevano i requisiti.

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