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Pd in Sicilia, i renziani: "Azzerare le cariche". I cuperliani: "Prima il rimpasto"

Oggi il vertice con i leader del partito: sul tavolo della trattativa il rimpasto, gli incarichi all’Ars e i posti nella segreteria

PALERMO. I renziani lanciano la sfida, i cuperliani restano gelidi. E così l’accordo per rilanciare governo e maggioranza in Sicilia resta appeso a un filo, che oggi pomeriggio potrebbe rompersi subito nel corso del vertice fra i leader del Pd convocato dal segretario Fausto Raciti a Palermo. Crocetta sta alla finestra, non invitato all’incontro è però da giorni in contatto col luogotenente del premier, Davide Faraone.
La proposta che oggi verrà formalizzata da Baldo Gucciardi, Marco Zambuto e Giuseppe Lupo a Raciti è quella di azzerare non solo la giunta (come chiedono da mesi i cuperliani Antonello Cracolici e Mirello Crisafulli) ma tutte le cariche istituzionali e di partito per andare a una rivisitazione generale che riscriva gli equilibri politici. Doveva essere un colpo di scena, ma la vicesegretaria Mila Spicola, renziana anche lei, l’ha anticipata: «Faccio appello a Crocetta e a tutto il Pd. Si rifaccia la giunta ma vengano anche azzerate le cariche all’Ars e si completi la segreteria regionale. Io sono pronta a dimettermi da vicesegretario». L’area cuperliana del Pd ha la presidenza di 3 commissioni importantissime all’Ars: la Sanità con Pippo Digiacomo, la Affari Istituzionali con Cracolici e la Attività produttive con Bruno Marziano. E ha anche la guida del partito con Raciti più altre cariche molto delicate: dal tesoriere al dirigente organizzativo. Dunque, in base alla proposta dei renziani, si dovrebbe discutere della giunta solo dopo le dimissioni di tutti questi cuperliani in modo da rimettere tutto sul tavolo.
I renziani oggi si presenteranno all’incontro dicendosi disponibili al primo passo. «Tranne il segretario, che è stato eletto con le primarie, si può ridiscutere di tutto e io stesso sono pronto a lasciare il ruolo di capogruppo - ha detto Gucciardi, da molti indicato come possibile nuovo assessore -. Se tutti rinunciamo a qualcosa sarà più facile ritrovare un’intesa e sarà più facile anche per Crocetta fare le nomine». Nell’accordo potrebbero entrare anche la vicepresidenza dell’Ars, che va eletta con i numeri del Pd dopo le dimissioni del forzista Pogliese, e i due vice capigruppo mai nominati fino a oggi. In più Raciti non ha mai nominato i componenti della segreteria.
Il muro dei renziani è compatto: «La cosa più importante è l’unità del partito - ha commentato Giuseppe Lupo -, indispensabile per rilanciare la coalizione e il governo».
Ma serve un’intesa ampia e i cuperliani invece sentono puzza di bruciato. Cracolici si affida a una metafora calcistica e si mette in posizione tattica: «Secondo me questa proposta è solo un modo per buttare la palla lontano... Tuttavia io non sono attaccato alla poltrona, vediamo cosa propongono. Ma ricordo comunque che nell’azzeramento dovrebbero entrare anche le cariche nel consiglio di presidenza dell’Ars». È un modo per coinvolgere nell’azzeramento anche l’ala che faceva capo a Genovese, ormai praticamente ingovernabile, e l’area Lupo che vantano rispettivamente ai vertici dell’Ars Franco Rinaldi ed Anthony Barbagallo.
Mirello Crisafulli, l’altro big cuperliano in rotta di collisione con Crocetta, esprime un no più esplicito alla proposta renziana: «A inizio luglio la direzione regionale del partito ha deliberato di rivisitare la giunta. È il segretario che dovrà formalizzare a Crocetta una proposta di nuova delegazione del Pd. In direzione tutti hanno votato questo, ora si adeguino». I cuperliani restano quindi dell’idea che si deve iniziare dalle dimissioni di tutti i 5 gli attuali assessore regionali del Pd.
Sotto traccia rimangono i sospetti che spingono tutti a non fidarsi di nessuno: i renziani temono che i cuperliani vogliano solo due assessori invece dell’unico che Crocetta ha fino a ora offerto loro. I cuperliani temono che anche azzerando le cariche di partito non si arrivi poi al rimpasto: Cracolici e Crisafulli non si fidano di Crocetta e Lumia. E l’ex presidente dell’Antimafia ieri ha avvertito: «Il percorso deve prevedere l’azzeramento delle cariche ma anche il patto sulle riforme, poi si può parlare di giunta ma nessuno pensi di cambiare tutti gli assessori. Gli accordi passano dalle riforme».
In questo clima Crocetta attende che altri facciano la prima mossa. Ma il problema del presidente è ritrovare i numeri all’Ars per portare in aula a ottobre leggi di peso come l’ultimo atto della riforma delle Province. E non a caso l’ala che fa capo a Faraone e anche il movimento di Cardinale da giorni non vedono più come un tabù l’allargamento della maggioranza al Nuovo Centrodestra di Alfano.

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