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Commercio, Istat: a giugno vendite ferme

ROMA. Le vendite al dettaglio a giugno restano ferme rispetto a maggio, registrando una crescita zero, mentre scendono del 2,6% su base annua. Lo rileva l'Istat. Quindi anche nel primo mese del pieno godimento del bonus Irpef di 80 euro, incassato a fine maggio, il commercio continua a dare segnali di sofferenza. L'Istat ricorda che l'indice delle vendite al dettaglio si basa sul valore corrente, che include la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi. E l'inflazione a giugno è rimasta bassa, allo 0,3%. Gli affari erano andati male anche a maggio, pur se con un calo più contenuto (-0,4%), che aveva fatto seguito ad un aprile positivo.

ALIMENTARI. A giugno le vendite al dettaglio nel comparto alimentare si mantengono appena sopra lo zero su base mensile, registrando un +0,1%, mentre scendono nel confronto annuo, con un ribasso del 2,4%. Lo rileva l'Istat. Ma ancora peggio va per il resto dei settori (-0,1% congiunturale e -2,8% tendenziale). In realtà tutte le principali voci monitorate dall'Istat risultano in territorio negativo. E non sono esclusi i farmaci (-2,9% annuo) e l'abbigliamento (-2,3%).

COLDIRETTI. Due italiani su tre (67%) hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare dal campo alla tavola. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio al dettaglio a giugno, dai quali emerge rispetto allo scorso anno un crollo record delle vendite nei piccoli negozi alimentari (-5%) ma addirittura anche nella grande distribuzione alimentare (-1,4%), mentre si salvano solo i discount (+0,5%). Le difficoltà economiche - sottolinea la Coldiretti - hanno obbligato gli italiani a tagliare anche la spesa, con tre milioni di famiglie costrette a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all'inizio della crisi. A cambiare non è solo la qualità dei prodotti acquistati ma nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa - precisa l'organizzazione agricola - si è ulteriormente svuotato con una flessione degli acquisti per latte e formaggi (-5%), e per l'ortofrutta (-2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. Un segnale di difficoltà che è confermato dal fatto che - continua la Coldiretti - piu' di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18% dall'inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo. Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché - conclude la Coldiretti - sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all'acquisto del cibo.

FIDUCIA ALLE IMPRESE. Il clima di fiducia nelle imprese manifatturiere, cuore pulsante dell'industria, segna ad agosto una flessione decisa, passando a 95,7 da 99,1 di luglio. Lo rileva l'Istat. E' il livello più basso da un anno preciso. La fiducia scende anche negli altri settori: nelle costruzioni, nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio. Nella manifattura, spiega l'Istat, peggiorano sia i giudizi sugli ordini che le attese di produzione. Nelle costruzioni (indice a 77,0 da 83,0) si deteriorano le opinioni sulle commesse e/o piani di costruzione e le previsioni sull'occupazione. Passando alle imprese dei servizi (a 87,5 da 92,3), si contraggono le aspettative sull'andamento dell'economia, mentre nel commercio al dettaglio, l'indice del clima di fiducia (a 98,3 da 101,4) diminuisce sia nella grande distribuzione che in quella tradizionale.

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