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Piano Giovani, Crocetta accetta le dimissioni della Corsello

PALERMO. I tentativi di Crocetta di spegnere l’incendio intorno al Piano Giovani non sono andati in porto. L’appello a evitare di «parlamentarizzare» lo scontro non è stato raccolto nè dalla dirigente Anna Rosa Corsello nè dall’assessore Nelli Scilabra: in commissione Lavoro è andata in scena una resa dei conti con accuse durissime della dirigente all’assessore, che non ha trattenuto le lacrime pur replicando a tono. E così il presidente della Regione ha rotto gli indugi confermando il suo assessore e annunciando l’intenzione di accettare le dimissioni che la Corsello ha presentato da qualche giorno.
Finisce così lo scontro interno all’assessorato, che lascia aperti però tutti i dubbi sul fallimento della selezione di 800 tirocinanti da pagare 500 euro al mese. Secondo la dirigente e l’assessore, è da addebitare all’inadeguatezza del sistema informatico progettato da Italia Lavoro e realizzato dalla Ett. Operazione costata fra i 5 e i 7 milioni di cui dirigente e assessore si attribuiscono le responsabilità politiche e penali, visto che i dossier di entrambi sono da ieri in Procura.
In commissione la Corsello ha perfino evitato di nominare la Scilabra, definendola «il mio giovane assessore» o «la paladina dei ragazzi, venduti però sull’altare della propria immagine». Nel dossier di 12 pagine e 17 allegati la dirigente ha ricordato che lei avrebbe assegnato l’incarico di gestire le domande per i tirocini ai Centri per l’impiego, cioè a dipendenti pubblici. Ma poi - secondo la Corsello - l’assessore ha modificato il piano puntando su Italia Lavoro malgrado fosse già emersa «la sua incosistenza e inadeguatezza». La Corsello ha sollevato parecchi dubbi sull’uso dei 5 milioni garantiti a Italia Lavoro: «Pagavamo la società solo per detergere il sudore dei dipendenti regionali. E poi il suo piano era lacunoso e prevedeva di utilizzare oltre 2,8 milioni per assunzioni esterne». La torta di denaro e posti, secondo la dirigente, avrebbe spinto l’assessore ad affidare tutto a Italia Lavoro.
L’altro motivo sarebbe l’ansia da parte della Scilabra di fare in fretta per incassare un risultato politico: «Ho lottato contro l’ostinata volontà dell’assessore di non rinviare la pubblicazione del bando» ha urlato la Corsello ricordando le difficoltà che già emergevano nella fase preparatoria. Da qui l’esigenza - secondo la dirigente - di quell’appalto alla Ett, l’azienda che materialmente ha realizzato il sistema informatico andato poi in tilt: «La società è la stessa che ha lavorato per le altre regioni e il contratto è costato molto meno di quanto avremmo dato a Sicilia e Servizi».
Dopo un colloquio con Crocetta la Corsello lunedì notte aveva deciso di ammorbidire l’attacco alla Scilabra, ma ieri mattina ha letto alcune dichiarazioni dell’assessore che la accusa davanti ai magistrati di Palermo. A quel punto tutto è saltato: «L’assessore forse ha immaginato che mi sarei fatta sacrificare senza difendermi ma avrebbe dovuto valutare che la verità sui fatti accaduti sarebbe emersa nella sua crudezza».
La Scilabra ha ascoltato, scura in volto. «È falso e gravissimo» ha sussurrato più volte al collega Giuseppe Bruno (Lavoro). Poi ha preso la parola per dirsi «stupita dall’attacco». Ha definito la relazione della dirigente «incompleta perchè mancano grossi pezzi». Ha ricordato «che non ho fatto assunzioni di parenti nelle società coinvolte» riferendosi al contratto di due mesi che un’azienda vicina alla Ett ha garantito alla figlia della Corsello. L’assessore ha minacciato la dirigente: «Tutte le sue illazioni non saranno prive di conseguenze. Gli affidamenti li ha firmati lei, io non mi sono mai intromessa nell’attività gestionale. Per me una ditta vale l’altra, mi interessava sola la riuscita del piano».
L’assessore ha avvertito l’ostilità dell’intera commissione Lavoro e con voce rotta ha urlato: «Io ho appena 30 anni e qui c’è gente che governa e fa danni da 30 anni. Ma il Piano Giovani non si ferma, i bandi andranno avanti». Poi si è presa «le responsabilità politiche» e ha ammesso che «stiamo dando ai giovani uno spettacolo raccapricciante».
Bruno ha sostenuto la stessa tesi della Scilabra ma nessun deputato è intervenuto in loro sostegno. Lo ha fatto Crocetta confermando la Scilabra e scaricando la dirigente: «Non penso che abbia compiuto atti irregolari, tanto è vero che non avevo voluto divulgare la notizia delle sue dimissioni. Ma ora nella Corsello c’è una forte incompatibilità che mi spingerà ad accettare le dimissioni dopo che saranno stati compiuti tutti gli atti per assicurare che il Piano Giovani». Il presidente non ha gradito la difesa che la Corsello ha ricevuto dall’ala ostile del Pd e dal centrodestra: «La dirigente ha smesso i panni del tecnico e si è comportata da politico. No, non posso accettarlo...». Il primo round finisce qui.

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