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Piano per l’energia pulita in Sicilia, comuni in ritardo: slittano i finanziamenti

Spostati a fine gennaio i termini per chiedere i fondi del «patto dei sindaci». Oltre cento le amministrazioni che non hanno ancora aderito al progetto. A rilento l’erogazione di 7,5 milioni per promuovere le fonti rinnovabili

PALERMO. Comuni in ritardo, slittano i finanziamenti legati al Patto dei Sindaci. Un decreto del dirigente generale del Dipartimento dell’Energia, Pietro Lo Monaco, sposta i termini per presentare l’istanza, previsti per il 30 settembre, al 31 gennaio 2015. In ballo ci sono fondi per oltre 7 milioni e 600 mila euro, fondi stanziati per l’adozione dei Piani di azione per l’Energia sostenibile (Paes). Un centinaio i Comuni che ancora non avevano aderito ai primi di luglio, quando il Dipartimento aveva sollecitato gli enti locali ad aderire. Più di cinquanta sono nel Messinese, un’altra ventina in provincia di Palermo. Nato come iniziativa della Commissione europea, il Patto dei Sindaci mira a coinvolgere i Comuni in un percorso virtuoso verso la sostenibilità energetica ed ambientale. Obiettivo principale, per gli enti aderenti, raggiungere entro il 2020 un abbattimento del 20 per cento delle emissioni di CO2 e, contemporaneamente, un incremento (sempre del 20 per cento) dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di consumi energetici derivanti da fonti rinnovabili.
Primo passo è l’adesione al Patto che i Comuni possono fare singolarmente o in forma associata (Unioni di Comuni e consorzi), L’iniziativa prevede poi che i Comuni firmatari del Patto, partendo dai dati sulle emissioni, presentino il Piano d’azione per l’Energia sostenibile, strumento attraverso cui pianificare il miglioramento dell’efficienza energetica nell’edilizia e nell’illuminazione pubblica, l’utilizzo di fonti rinnovabili, lo sviluppo di mezzi di trasporto sostenibile, la realizzazione di infrastrutture ad hoc.
Per la realizzazione dei Paes, che devono essere approvati dai rispettivi consigli comunali, la Regione aveva stanziato, un anno fa, 7 milioni e 641 mila euro. Il piano di riparto prevede una quota fissa fra 7.500 euro e 15 mila, stabilita in funzione del numero di abitanti (meno di 5 mila, fra 5 e 30 mila, da 30 a 100 mila, oltre 100 mila), e una quota variabile pro-capite (compresa fra 1 euro e 0.70). Il programma di ripartizione delle somme dunque prevede contributi da un minimo di 7.729 euro per Roccafiorita che conta 229 residenti a un massimo di 474.780 euro per Palermo e i suoi 657 mila abitanti.
Contributi subordinati alla valutazione, da parte della Regione, dei requisiti e all’approvazione del Paes da parte del Joint Research Centre (Jrc), braccio scientifico della Commissione Europea. Una prima quota, pari al 40 per cento, viene erogata ala presentazione del Piano, il restante 60 invece dopo l’approvazione da parte del Jrc.
Per accedere a questa prima tranche di fondi i Comuni devono comunque presentare istanza al Dipartimento. Il primo termine era stato fissato appunto per il 30 settembre ma molti comuni hanno «comunicato l’impossibilità di presentare l’istanza».
Già a giugno il Dipartimento aveva avviato una ricognizione fra i Comuni per verificare lo stato di avanzamento delle procedure. Ai primi di luglio il Dipartimento ha inviato un nuovo invito ad aderire: 279 i Comuni che stanno lavorando ai Piani ma all’appello mancano 111 enti locali che ancora non avevano sottoscritto il Patto. Preso atto dei ritardi, è scattata la decisione di spostare il termine al 31 gennaio.

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