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Medio Oriente, Margelletti su Gds: «L’intervento militare non basta»

Il presidente del Centro Studi Internazionali: “Non esiste un’unica cabina di regia. Spesso i gruppi sono in lotta fra loro. No a Missioni brevi”

«I governi occidentali devono capire che le missioni all'estero non possono che durare decenni. Oppure, è meglio non partire». Per Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali-CeSI, il «respiro corto» degli interventi militari in Iraq e in altre aree di crisi ha provocato un effetto-boomerang, moltiplicando focolai di guerra e crisi umanitarie: «Un popolo non può essere lasciato solo, va accompagnato in tutto il suo sviluppo. Ricordiamoci, d'altronde, che noi ancora oggi in qualche modo beneficiamo dell'onda lunga del supporto americano deciso dopo la fine dell'ultimo conflitto mondiale».

DALLA SIRIA ALLA LIBIA, PASSANDO PER ISRAELE E PALESTINA, IL MEDITERRANEO È SCONVOLTO DA VENTI DI GUERRA CHE SEMBRANO SOFFIARE OGNI GIORNO PIÙ FORTE. UN'OFFENSIVA GLOBALE LANCIATA DAI GRUPPI ESTREMISTI ISLAMICI?
«Direi di no. Non esiste una cabina di regia, anzi quelle formazioni sono in competizione e in lotta tra loro. Di comune esiste solo la crisi della politica occidentale con i conseguenti vuoti di potere che vengono sfruttati da questi gruppi».

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