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Alitalia, c’è l’intesa con Poste

ROMA. Nessuna criticità, nessun problema con Poste. Azienda e azionisti cercano di rassicurare sulla trattativa tra Alitalia ed Etihad, annunciando che la firma è vicina. Ma nel giorno dell'arrivo a Roma del ceo della compagnia degli Emirati Arabi, James Hogan, non è passata inosservata l'assenza dell'a.d di Poste, Francesco Caio, ai vari incontri cui hanno invece partecipato gli altri soci di Cai. Intanto però Poste ha assicurato che investirà più soldi (75 milioni dai 70 deliberati la scorsa settimana dal cda), mentre resta da capire se la società pubblica accetterà anche di aprire il portafoglio subito, come chiesto agli altri soci, per l'anticipo dell'aumento di capitale per garantire l'operatività della compagnia. La prima giornata romana di Hogan, arrivato poco prima delle  sette con il volo diretto Etihad da Abu Dhabi, è stata scandita dagli incontri con i partner italiani. Hogan è sbarcato a Fiumicino nel giorno in cui il cosiddetto 'sciopero biancò dei lavoratori Alitalia ha bloccato le consegne dei bagagli, finiti accatastati in vari settori dell'aeroporto, e provocato anche disagi ai voli. Azienda e soci sono arrivati all'appuntamento con il manager australiano dopo aver cercato di definire gli ultimi aspetti al Ministero dell'economia, coordinati dal capo della segreteria tecnica del Tesoro, Fabrizio Pagani: l'incontro di questa mattina, durato circa due ore, alla presenza anche del numero uno di Poste Caio, si sarebbe concluso con l'accordo tra i soci sulla ripartizione delle quote nella partecipazione all'aumento di capitale da 300 milioni. Intesa però ridimensionata dall'a.d di Alitalia Gabriele Del Torchio che, qualche ora dopo l'incontro al Tesoro, ha precisato: «ci stiamo lavorando». Hogan ha incontrato i soci di Alitalia in due momenti. Prima nell'albergo romano dove è alloggiato ha ricevuto solo l'a.d di Atlantia, Giovanni Castellucci, e il presidente di Alitalia Roberto Colaninno, che è anche socio con Immsi. Successivamente la negoziazione si è spostata nella sede di Jp Morgan, advisor di Etihad, dove al tavolo con Hogan sono arrivati anche Del Torchio, Alessandro Decio per Poste e un rappresentante di Intesa SanPaolo. Assente, benchè atteso, Francesco Caio. Al termine della riunione, che Hogan ha lasciato senza dichiarazioni, solo con un cenno di saluto dall'auto, Del Torchio ha negato che ci siano problemi con Poste: «Nessun problema», ha detto, «stiamo lavorando» e con Hogan ci vedremo «presto, non oggi». Da Milano anche l'a.d di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha espresso ottimismo, rassicurando sull'andamento positivo della trattativa: «non registro criticità. Penso che il deal stia procedendo nella direzione giusta e che si sia vicini alla firma dell'accordo». Intanto Poste, secondo azionista con il 19,48%, accetta di versare 5 milioni in più nell'aumento di capitale, ribadendo tuttavia la propria condizione che i propri soldi vadano nella 'mid-cò e non nella old-co. Il count-down alla firma è ormai partito e nei prossimi giorni (la firma è attesa per venerdì) restano ancora alcuni nodi da risolvere: a partire dalle divergenze (emerse nell'incontro di ieri al Tesoro) sull'anticipo da 150 milioni che i soci dovranno versare entro settembre, nell'aumento dell'aumento di capitale da 300 milioni che verrà fatto al closing dell'operazione. Sul fronte sindacale, infine, l'incontro tra azienda e sindacati sulla procedura di mobilità si è concluso con la richiesta dell'azienda di prendersi più tempo per chiudere la procedura: una nuova convocazione è probabile venerdì. Quando è prevista anche l'assemblea dei soci per deliberare l'aumento di capitale. Oltre ad una ormai sempre più certa conferenza stampa Hogan-Del Torchio per suggellare la tanto attesa firma tra Alitalia ed Etihad.

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