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Addio a Stefano Bonilli, fondò il Gambero Rosso

ROMA. È morto stanotte a Roma, all'età di 67 anni, Stefano Bonilli, guru del giornalismo enogastronomico italiano. Sabato scorso il ricovero per un malore, domenica sera la morte probabilmente per un infarto. Ex giornalista del Manifesto, nel 1986 fondò il Gambero Rosso, nato prima come supplemento di otto pagine del quotidiano, poi come pubblicazione indipendente. Bonilli ha diretto il Gambero Rosso per 22 anni, fino al 2008, creando la tv e la Città del Gusto. È sempre lui, negli stessi anni, insieme con Carlo Petrini a partecipare alla fondazione del movimento Slow Food, in una collaborazione che per tanti anni ha poi portato a cofirmare la Guida dei vini d'Italia, sotto la direzione di Daniele Cernilli. Dopo il 2008, Bonilli ha espresso sui social network le sue idee visionario sul mondo dell'enogastronomia con lo sviluppo del suo blog Papero giallo e poi con la nascita del magazine digitale Gazzetta Gastronomica. Scopritore di talenti, fucina di idee e di innovazioni, proprio in questi giorni stava scrivendo un nuovo libro sulla storia della cucina italiana del dopoguerra, lavorando contemporaneamente ad un appuntamento in programma il 20 settembre a Bologna, per una nuova editoria enogastronomica. Su Twitter, dove spesso ha lanciato i temi di dibattito con maggior seguito settimanale, ha ironizzato sulla propria salute sabato scorso: «È la legge di #Murphy, non c'è nulla da fare, ti ammali il 2 agosto quando il tuo medico è in vacanza». Il suo ultimo post è un omaggio poetico a Roma, la città dove ha scelto di sviluppare cultura enogastronomica, con un testo in versi: «deserto e sole, città di Roma, la festa di Pietro, il mare è lontano, naufrago a casa, letture nell'ombra, ti parlo via twitter, risponde un'eco».

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