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Debiti alle imprese non pagati in Sicilia, Confundustria all’attacco

PALERMO. "Il fatto che la Sicilia non abbia ancora pagato un euro dei propri debiti mette a dura prova il sistema economico e sociale di questa regione. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: avere la possibilità di rimettere liquidità in circolo e non farlo significa condannare in maniera deliberata le imprese, portandole al fallimento, e con esse i dipendenti che perdono il proprio posto di lavoro".  Si legge in una nota di Confindustria Sicilia che commenta così l'ultima analisi sui debiti della Pubblica amministrazione realizzata dal ministero dell'Economia e aggiornata al 21 luglio.
In particolare, secondo quanto si legge nell'elaborato del Mef, per quanto riguarda la prima tranche di pagamenti, la Sicilia ha sottoscritto il contratto per i 606 milioni di debiti sanitari, ma al ministero non risulta al momento alcun versamento alle imprese creditrici; per i debiti extra sanitari manca totalmente il piano dei pagamenti.   
Anche per la seconda tranche tutto è fermo. Per i debiti non sanitari, alla Sicilia sono stati assegnati 206,858 milioni, ma al Mef non risulta alcuna richiesta, a fronte dei 2,2 miliardi già pagati da altre amministrazioni; nessun dato, invece, alla voce debiti sanitari. Stessa situazione per la terza tranche. "Auspichiamo - concludono gli industriali siciliani - che si possa uscire quanto prima dall'impasse, così da dare fiato ad una economia ormai allo stremo".  

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