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Fondi a enti e associazioni, non c’è accordo: la manovra resta in alto mare

PALERMO. La questione è sempre la stessa, tra i deputati di maggioranza e opposizione è in corso un braccio di ferro sui fondi da erogare a una miriade di enti in orbita regionale. Sono le sigle della vecchia tabella H, un elenco inizialmente abolito perchè, secondo il governo, le somme destinate al sociale e al mondo della cultura e del volontariato andrebbero assegnate secondo una selezione pubblica. Lo scontro ha tenuto la commissione al lavoro fino alle sette del mattino dopo una maratona lunga 36 ore e oggi pomeriggio ha visto nuovamente i deputati riuniti per esitare la manovra e spostare il dibattito in Aula. Ma l’accordo sui 119 milioni ancora non c’è e il 31 luglio si avvicina, data ultima per varare la finanziaria e consentire il pagamento degli stipendi a una vastissima platea di lavoratori in orbita regionale. "Ogni minuto perso per approvare la manovra finanziaria è un giorno di lacrime e sangue per questa nostra Isola", dice Vincenzo Vinciullo, vicepresidente vicario della commissione Bilancio, che ha criticato il ritardo dei lavori a causa dell’assenza del governo. Critica anche la Cna, che per voce del segretario regionale, Mario Filippello, ha lanciato l’allarme: «In Sicilia nei primi sei mesi del 2014 si sono persi nelle sole imprese artigiane quasi 4.000 addetti, ma governo e deputati sembrano non accorgersene e nella manovra-ter continuano a tutelare precariato e assistenzialismo”. Anche per Fausto Raciti, segretario regionale del Pd «ancora non ci siamo. È una finanziaria difficile. Vorrei che questa manovra segnasse definitivamente il superamento di vecchie pratiche come la tabella H. La finanziaria non è oggetto di trattativa».

"Un provvedimento di sintesi politica che affronta le principali emergenze della Sicilia e dei suoi abitanti, e che nasce con il fondamentale contributo di Forza Italia. Il nostro movimento esprime soddisfazione per l'accoglimento delle proposte azzurre nella manovra ter, che vanno dall'introduzione del credito d'imposta per le imprese che assumono giovani, fino al rifinanziamento del buono scuola per il diritto allo studio e a al sostegno e al rifinanziamento degli interventi per ridurre le barriere architettoniche, ma siamo fermamente contrari all'ipotesi che un maxiemendamento di novanta articoli renda vano lo sforzo di costruire una manovra realmente virtuosa". Così Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars. "FI dice no all'assalto alla diligenza, alle spese inutili e che non servono alla collettività. La manovra - conclude – deve
mettere in sicurezza i conti e garantire gli stipendi ai lavoratori. Nulla di più, al bando fantasie a dir poco dannose di chicchessia".

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