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San Cataldo, appello per 130 forestali senza lavoro

SAN CATALDO. Desolazione tra i circa 130 forestali, lavoratori della montagna dell'azienda foreste, che hanno prestato servizio fino a qualche giorno fa in contrada Gabbara, al bosco di Mustigarufi e al bosco di Antinella. Il lavoratori dall'inizio della campagna antincendio, sono stati impiegati per una decina di giorni, per poi essere rimandati a casa perché l'assessorato regionale all'Ambiente, non avrebbe più avuto fondi per pagare gli operai. Una situazione limite, che vede tutti i lavoratori sancataldesi, che tutelano l'ambiente, in grosse difficoltà economiche, visti i pochi giorni che hanno avuto per realizzare le opere di prevenzione come i viali tagliafuoco che servono per evitare il propagarsi degli incendi. Il coordinatore provinciale dell'Ugl, Carmelo Magrì, lancia un appello alle autorità regionali affinchè i lavoratori della montagna tornino al lavoro.
«Le difficoltà dei lavoratori dell'ambiente sancataldesi sono pesanti - dice Magrì - stiamo attraversando una situazione drammatica che si ripercuote sull'economia delle nostre famiglie. In molti siamo monoreddito e con le poche giornate di lavoro retribuite non possiamo far fronte alle esigenze dei nostri cari. Molti di noi sono indebitati con i negozi di generi alimentari i quali non vogliono farci più credito, perchè non possiamo pagarli, questa non è vita. Per non parlare dell'organizzazione del lavoro che è inesistente, tutti centounisti e i centocinquantunisti che effettuano le opere di prevenzione, sono stati mandati a casa mentre i settantottisti non sono ancora stati avviati al lavoro. Noi abbiamo l'esigenza di lavorare e vorremmo risposte precise da parte del Governo regionale sul nostro futuro, visto che molti dei lavoratori prestano servizio nei boschi del demanio, da più di trent'anni e l'età media si aggira intorno ai 50 - 60 anni e non ci permette di trovare un nuovo lavoro. Nelle prossime settimane contatteremo la politica locale, affinchè possa fare pressione sui vertici regionali e finalmente possa sbloccare una volta per tutte questa drammatica vicenda lavorativa, che vede noi operai come vittime sacrificali, mentre i boschi bruciano».

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