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Smaltimento rifiuti, escort e viaggi a Cannova in cambio di favori

PALERMO. Gestiva il suo ufficio come un feudo. Se qualcuno voleva ottenere le autorizzazioni per ampliare le discariche o allargare i propri affari doveva rivolgersi a Gianfranco Cannova, funzionario dell'assessorato regionale Territorio Ambiente, finito in carcere oggi nell'ambito dell'inchiesta "Terra Mia" della procura palermitana che ha scoperto un giro di corruzione nell'ambito dello smaltimento dei rifiuti.   
I titolari di grossi impianti di smaltimento avrebbero pagato svariate migliaia di euro per ottenere i favori di Cannova. Anche in natura. Escort, viaggi e impianti televisivi da oltre 17 mila euro. Insieme al funzionario la polizia ha arrestato Giuseppe Antonioli 53 anni, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea in provincia di Messina, Domenico Proto, 48 anni, titolare discarica di Motta Sant'Anastasia. Un imprenditore catanese che gestisce un fatturato di 48 milioni di euro e ha 600 impiegati. Ancora i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, 54 anni e 53 anni, titolari della discarica Soambiente ad Agrigento. Gli imprenditori sono ai domiciliari.    
«La corruzione si annida soprattutto - spiega Francesco Messineo procuratore capo di Palermo - nella mancanza di controlli efficaci nella pubblica amministrazione. Il funzionario non aveva un ruolo apicale, ma riusciva a controllare e gestire le autorizzazioni per l'ampliamento e il funzionamento delle discariche. Riusciva a dare anche consigli agli imprenditori per superare i controlli disposti dall'amministrazione regionale». Nei confronti del dipendente regionale l'ex assessore regionale al Territorio Mariella Lo Bello aveva presentato un esposto.

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