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Aereo della Malaysia Airlines caduto in Ucraina: 295 i morti, sarebbe stato abbattuto

KIEV. La guerra civile nell'est dell'Ucraina si macchia di una tragedia inimmaginabile che
scuote il mondo: l'abbattimento, presumibilmente per errore, di un aereo di linea malese, un Boeing 777, partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur con 280 passeggeri e 15 membri
dell'equipaggio, tutti morti.


Il velivolo era a 10mila metri di quota quando è stato colpito da un missile schiantandosi poi su una vasta radura vicina a Shaktiarsk, una quarantina di km a est di Donetsk e ad una cinquantina dal confine russo. A bordo c'erano prevalentemente turisti olandesi, in gran parte diretti in vacanza a Bali. Molti i bambini, pare una ottantina. Presenti, pare, anche 23 americani, 9 cittadini britannici ed almeno quattro francesi. La Farnesina sta verificando l'eventuale presenza di italiani a bordo.


Immediato il fuoco di accuse reciproche tra Kiev, da un lato, Mosca e i separatisti filorussi dall'altro, mentre della sciagura hanno parlato al telefono anche Putin e Obama. Secondo una fonte del ministero della Difesa ucraina, i miliziani avrebbero colpito per errore l'aereo della Malaysia Airlines nel tentativo di centrare un aereo da trasporto ucraino che gli era stato segnalato dalle forze di difesa anti aerea russe: non lontano era in volo un Iliushin 76, con viveri per i soldati di Kiev.


La versione sembra plausibile, se si pensa che il Boeing è scomparso dai radar alle 16.20 ora locale e 30 minuti dopo Igor Strelkov, il comandante militare dei secessionisti, rivendicava su Facebook l'abbattimento nella stessa zona di un «uccellino», un Antonov 26, postando anche le immagini delle grosse nuvole nere causate dallo schianto. «Li avevamo avvertiti di non volare nel nostro cielo», aveva scritto. Del resto i miliziani hanno già abbattuto diversi velivoli ucraini, tra Antonov, Iliushin, caccia Sukhoi ed elicotteri Mi.


«È il terzo caso tragico degli ultimi giorni, dopo gli aerei An-26 e Su-25 delle forze armate ucraine abbattuti dal territorio russo», ha dichiarato senza esitazione il presidente ucraino Petro Poroshenko. «Non è nè un incidente nè una catastrofe, è un atto terroristico», gli ha fatto eco su twitter il suo portavoce Sviatoslav Tsegolko. Ma i separatisti respingono ogni responsabilità e a loro volta accusano Kiev. È «una provocazione deliberata dei militari ucraini», ha sostenuto Aleksandr Borodai, premier dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, mentre il suo vice Andrei Purghin ha ipotizzato che l'esercito governativo avrebbe colpito il Boeing scambiandolo per un aereo di ricognizione russa. Magari in uno degli sconfinamenti quotidianamente contestati da Kiev. Sulla fusoliera del Boeing il bianco, rosso e blu del tricolore russo, ma appare difficile pensare che possa aver ingannato i responsabili della contraerea ucraina.


Una fonte anonima dell'agenzia aerea russa ha addirittura ventilato che l'obiettivo dell'esercito ucraino potesse essere l«Air onè di Putin (un Iliushin 96-300), che si è quasi incrociato con l'aereo malese in Polonia. Ma sembra più fantapolitica. In ogni caso tutti concordano che per colpire un aereo a 10mila metri di altezza sono necessari missili come gli S-300 o i Buk: i secessionisti escludono di averne, ma a fine giugno avevano annunciato di essersi impadroniti di una unità delle forze anti aeree ucraine a Donetsk dotata di missili Buk.


Il servizio aeronautico civile ucraino aveva chiuso lo scorso 8 luglio lo spazio aereo a est del Paese, in seguito ai combattimenti in corso, autorizzando il transito dei velivoli solo sopra i 7900 metri: il Boeing era quindi ad una quota di sicurezza, ma dopo l'incidente molte compagnie hanno deciso di evitare la zona.


Mentre le tv di tutto il mondo mandavano in onda le immagini apocalittiche della tragedia, con corpi dilaniati sparsi nel raggio di 4 km, lamiere bruciate, fuoco e fumo ovunque, la comunità internazionale si è mobilitata per chiedere di fare piena luce sull'incidente e per prestare aiuti. "Una terribile tragedia", ha commentato Obama. "Una notizia drammatica e dai contorni molto preoccupanti", gli ha fatto eco il premier italiano Matteo Renzi che guida il semestre dell'Unione europea.

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