PALERMO. «Sono qui per lottare per la giustizia. Quei magistrati che stanno cercando la verità su via D'Amelio, una strage di Stato e non solo di mafia, oggi vengono ostacolati anche dai gradi più alti delle istituzioni, forse perchè il processo sulla trattativa ha spezzato una congiura del silenzio della quale purtroppo è stata complice larga parte delle istituzioni». Lo ha detto il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore, intervenendo a Palermo alla presentazione delle iniziative in programma per ricordare la strage di Via D'Amelio. «La seconda Repubblica - ha concluso - ha le fondamenta bagnate di sangue. Noi non disponiamo di grandi navi della legalità proprio perchè non vogliamo una sfilata di avvoltoi e personaggi politici che non hanno il diritto di parlare di Paolo e di quella strage o di portare corone di fiori in via D'Amelio».
«Con molta amarezza potrei dire che da quel 19 luglio non è cambiato niente ma non sono una pessimista a oltranza. Oggi c'è una consapevolezza che prima non c'era», ha detto Rita Borsellino. «Paolo - ha proseguito - ha insegnato il rispetto delle istituzioni ma, senza generalizzare, non vogliamo in via D'Amelio quelle persone che, come diceva proprio Paolo, occupano abusivamente quelle istituzioni». «Ho avuto grandi momenti di stanchezza e scoraggiamento - ha aggiunto - ma quelli sono proprio i momenti in cui si stringono i denti e si va avanti. Paolo non ha mai mollato, farlo sarebbe tradire lui e la sua famiglia. La fiducia nella giustizia ci deve essere, poi io ho sempre distinto tra magistratura e magistrati».
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